Spi nazionale, eletta Tania Scacchetti
Con il 93,4% dei voti favorevoli, l’Assemblea generale dello Spi Cgil ha eletto oggi la sua nuova segretaria generale, la più giovane della storia del sindacato dei pensionati: Tania Scacchetti, modenese classe 1973, è da oggi alla guida di un’organizzazione sindacale che conta 2 milioni e mezzo di iscritti e iscritte e con le sue 1500 leghe rappresenta i diritti delle persone pensionate e anziane. Succede a Ivan Pedretti, che nel corso dei suoi due mandati ha spinto per ringiovanire il gruppo dirigente. «Sono una donna chiamata alla guida di una grande struttura della Cgil – ha dichiarato Scacchetti intervenendo in assemblea – Ne sento la responsabilità perché credo che le donne debbano spendere il proprio impegno per le altre donne, per dare un senso alle lotte, faticose, pazienti e tenaci, come diceva Nilde Iotti, con cui si sono aperte le strade per la loro emancipazione».
Scacchetti ha mosso i primi passi da sindacalista come delegata nel gruppo Cir, società cooperativa italiana di ristorazione. Tra il 2005 e il 2007 è stata nella segreteria provinciale della Filcams Cgil per poi guidare la segreteria della Cgil di Modena dal 2012 fino al 2016, quando è entrata a far parte della segreteria nazionale della Cgil. Per la confederazione si è occupata di mercato del lavoro, contrattazione e immigrazione. Alla segreteria nazionale dello Spi è approdata nel 2023. «Quando si arriva allo Spi – ha dichiarato ancora Scacchetti – si scopre un mondo fatto di militanza, passione e di tantissime attività e azioni. Dare forze e spinta a queste azioni, alle nuove che ci inventeremo, affinché i diritti, le aspirazioni, i sogni delle pensionate e dei pensionati trovino realizzazione è la ragione del nostro fare sindacato. Quei diritti, quei sogni e quelle aspirazioni si sostanziano nella costruzione di una società migliore per tutti, a partire dai giovani. Le scelte politiche con cui ci stiamo misurando, invece, da quelle fiscali a quelle sociali fino a quelle di riforma istituzionale, non possono essere il nostro orizzonte. La destra è arrivata al governo dopo che abbiamo visto sdoganare la violenza, il razzismo, l’emarginazione. Serpeggia la sfiducia verso le classi dirigenti, un’indifferenza e un’apatia che rischiano di diventare fatalismo. Sono quindi importanti e significative tutte le iniziative che vanno nella direzione opposta, che ricostruiscono legami, che affermano il diritto ad avere dei diritti e a esercitare il dissenso».