Anziani, cresce il disagio. L’appello dei pensionati ai comuni isontini
Aprire un confronto serrato con gli enti locali per ottenere risposte ai bisogni dei cittadini, e degli anziani in particolare, per migliorare le loro condizioni di vita, messe a dura prova dalla situazione economica e dalle politiche portate avanti negli ultimi anni a livello sia nazionale che locale. È quanto si prefiggono i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Gorizia, che questa mattina i proprio attivi unitari a Ronchi, nell’auditorium del Comune, per discutere e approvare la piattaforma unitaria sulla contrattazione sociale sulle politiche socio-sanitarie.
«Il nostro obiettivo è incrementare la negoziazione con le amministrazioni in maniera preventiva, discutendo dell’utilizzo delle risorse che i comuni andranno a mettere in bilancio, chiedendo che siano indirizzate su voci di spesa volte a migliorare le condizioni di vita di pensionati, anziani e meno abbienti. È indispensabile infatti contrastare gli effetti dell’aumento del costo della vita, aggravati dal mancato recupero dell’inflazione degli anni scorsi e dalle criticità che affliggono il sistema sanitario, in primis l’allungamento delle liste di attesa e la mancanza di medici di base». Questo l’appello lanciato dalle segreterie territoriali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil-pensionati, rispettivamente con Valentino Lorelli, Gioacchino Salvatore e Sergio Benvenuto, intervenuti oggi a Ronchi assieme ai segretari regionali Renato Bressan (Spi), Luciano Bordin (Fnp) e Magda Gruarin (Uilp).

Valentino Lorelli, Renato Bressan, Gioacchino Salvatore, Luciano Bordin, Magda Gruarin e Sergio Benvenuto
I sindacati dei pensionati, nello specifico, chiedono maggiore progressività nell’applicazione delle imposte locali, con esenzioni per le fasce di reddito più basse, e analoghi criteri anche per le tariffe dei servizi, per l’accesso all’edilizia agevolata e ai servizi socio-assistenziali. Tra le priorità anche «l’innalzamento degli standard residenziali e il contenimento delle rette delle case di riposo da un lato, dall’altro l’assoluta necessità di dare risposte all’emergenza abitativa, che alimenta un forte aumento del disagio e determina situazioni di maggiore povertà, così come bisogna affrontare, di concerto con le amministrazioni comunali, nei confronti della Regione, le problematiche relative alla domanda di mobilità delle persone più deboli, soprattutto quelle residenti nei piccoli centri».
Altri temi sul tavolo quelli relativi alle politiche sull’invecchiamento attivo, la necessità cioè di attuare buone pratiche che permettano alle persone di tenere stili di vita corretti e di contrastare la solitudine, favorendo il benessere fisico e mentale. «Siamo consapevoli – dichiarano Lorelli, Salvatore e benvenuto – che per affrontare questi e altri problemi non basta aprire un confronto con le amministrazioni comunali ma c’è bisogno di interloquire anche con la Regione, l’Azienda sanitaria, l’Ater, l’Apt per la mobilità, ma proprio per questo c’è bisogno di alzare il livello del confronto tra amministrazioni locali e rappresentanze sociali, presupposto indispensabile per individuare le aree di maggiore criticità e per sviluppare un’azione sinergica capace di dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, contrastando l’espansione del disagio e della povertà».