Welfare, serve un confronto vero tra sindacati e Regione
«Non esistono scontri generazionali tra giovani e pensionati.
Tutt’altro: il supporto dei redditi da pensione è stato
fondamentale per molte famiglie nel fronteggiare gli effetti della
crisi, ed è anche per questo che i pensionati non accettano più di
essere trattati come un bancomat». È quanto hanno affermato i
segretari del sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil nel corso di
una conferenza stampa convocata questa mattina a Udine per fare il
punto sulle questioni aperte sia con il Governo nazionale che a
livello regionale e locale, al termine di un anno che ha visto Spi
Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil scendere in piazza ben tre volte sui temi
della rivalutazione delle pensioni, del fisco e della non
autosufficienza. Tra le richieste in campo anche quella di un
«confronto reale» con la Giunta regionale e in particolare con
l’assessorato alla Salute e al welfare, cui i pensionati di Cgil,
Cisl e Uil riconoscono correttezza nelle relazioni sindacali, ma
rivendicando nel contempo la necessità di un «salto di qualità nel
dialogo tra Giunta e parti sociali, che non può essere ridotto al
livello di semplice ascolto ma deve poter incidere sull’azione
legislativa e di governo della regione».
Tutt’altro: il supporto dei redditi da pensione è stato
fondamentale per molte famiglie nel fronteggiare gli effetti della
crisi, ed è anche per questo che i pensionati non accettano più di
essere trattati come un bancomat». È quanto hanno affermato i
segretari del sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil nel corso di
una conferenza stampa convocata questa mattina a Udine per fare il
punto sulle questioni aperte sia con il Governo nazionale che a
livello regionale e locale, al termine di un anno che ha visto Spi
Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil scendere in piazza ben tre volte sui temi
della rivalutazione delle pensioni, del fisco e della non
autosufficienza. Tra le richieste in campo anche quella di un
«confronto reale» con la Giunta regionale e in particolare con
l’assessorato alla Salute e al welfare, cui i pensionati di Cgil,
Cisl e Uil riconoscono correttezza nelle relazioni sindacali, ma
rivendicando nel contempo la necessità di un «salto di qualità nel
dialogo tra Giunta e parti sociali, che non può essere ridotto al
livello di semplice ascolto ma deve poter incidere sull’azione
legislativa e di governo della regione».
FISCO E PENSIONI.
Tra le richieste in campo anche quella di una rimodulazione delle
addizionali locali, che per Roberto Treu (Spi-Cgil), Renato
Pizzolitto (Fnp-Cisl) e Magda Gruarin (Uilp Uil) è una delle strade
da seguire per cercare di allentare la pressione fiscale sui
pensionati, che in Italia sfiora il 20%, superando di molto la media
degli altri paesi principali europei. Un dato sul quale si allinea
anche il Friuli Venezia Giulia, dove i pensionati versano ogni anno
1,35 miliardi di tasse, cui si sommano oltre 100 milioni di
addizionali regionali e comunali, per un prelievo totale di 1.450
milioni di euro, a fronte di 7,5 miliardi di reddito complessivo dei
356mila contribuenti con redditi da pensione residenti in regione. Un
terzo dei quali, ricordano i pensionati, si colloca sotto la soglia
dei 1.000 euro lordi mensili di pensione. Al centro della
mobilitazione nei confronti del Governo anche la lotta all’evasione
e la perequazione delle pensioni all’inflazione. Oltre 40 miliardi,
infatti, i redditi persi dai pensionati dal 2012 a oggi solo per
effetto del blocco delle rivalutazioni nel biennio 2012-2013, ma il
conto raddoppia sale includendo il peso degli altri tagli alla
rivalutazione pensionistica, con un impatto vicino al miliardo di
euro, sempre dal 2012 a oggi, nel solo Friuli Venezia Giulia.
Tra le richieste in campo anche quella di una rimodulazione delle
addizionali locali, che per Roberto Treu (Spi-Cgil), Renato
Pizzolitto (Fnp-Cisl) e Magda Gruarin (Uilp Uil) è una delle strade
da seguire per cercare di allentare la pressione fiscale sui
pensionati, che in Italia sfiora il 20%, superando di molto la media
degli altri paesi principali europei. Un dato sul quale si allinea
anche il Friuli Venezia Giulia, dove i pensionati versano ogni anno
1,35 miliardi di tasse, cui si sommano oltre 100 milioni di
addizionali regionali e comunali, per un prelievo totale di 1.450
milioni di euro, a fronte di 7,5 miliardi di reddito complessivo dei
356mila contribuenti con redditi da pensione residenti in regione. Un
terzo dei quali, ricordano i pensionati, si colloca sotto la soglia
dei 1.000 euro lordi mensili di pensione. Al centro della
mobilitazione nei confronti del Governo anche la lotta all’evasione
e la perequazione delle pensioni all’inflazione. Oltre 40 miliardi,
infatti, i redditi persi dai pensionati dal 2012 a oggi solo per
effetto del blocco delle rivalutazioni nel biennio 2012-2013, ma il
conto raddoppia sale includendo il peso degli altri tagli alla
rivalutazione pensionistica, con un impatto vicino al miliardo di
euro, sempre dal 2012 a oggi, nel solo Friuli Venezia Giulia.
PRIMA L’ASSISTENZA
DOMICILIARE. Se fisco, pensioni e non autosufficienza sono le grandi
questioni al centro della mobilitazione nazionale dei sindacati
pensionati, sul fronte del welfare Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil
chiamano in causa Regione e Comuni, rivendicando un sistema
socio-assistenziale capace di affrontare e vincere le sfide legate
all’invecchiamento della popolazione. Sfide che non possono essere
affrontate soltanto incrementando i posti letto nelle case di riposo
convenzionate, attualmente 10.800, in larga parte destinati a non
autosufficienti, ma con una forte presenza di strutture, tra le 168
accreditate, autorizzate a operare in deroga rispetto ai criteri
previsti dalla riclassificazione. «Solo un adeguato rafforzamento
dei servizi di assistenza domiciliare integrata ““ secondo i tre
segretari ““ può consentire alla nostra Regione di fronteggiare in
maniera adeguata la diffusione delle non autosufficienze e delle
patologie croniche, confermando e consolidando un modello di welfare
che resta avanzato rispetto al resto del paese». Una richiesta,
questa, già in cima all’agenda dell’incontro con Anci e
Federsanità fissato per l’8 gennaio: Spi, Fnp e Uilp chiederanno
ai sindaci di incrementare le dotazioni di bilancio destinate ai
servizi di assistenza domiciliare, «perché aumenta il numero di
anziani, di anziani soli e di non autosufficienti, che in questa
regione sono oltre 124mila, di cui 28mila gravi e in grandissima
maggioranza anziani».
DOMICILIARE. Se fisco, pensioni e non autosufficienza sono le grandi
questioni al centro della mobilitazione nazionale dei sindacati
pensionati, sul fronte del welfare Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil
chiamano in causa Regione e Comuni, rivendicando un sistema
socio-assistenziale capace di affrontare e vincere le sfide legate
all’invecchiamento della popolazione. Sfide che non possono essere
affrontate soltanto incrementando i posti letto nelle case di riposo
convenzionate, attualmente 10.800, in larga parte destinati a non
autosufficienti, ma con una forte presenza di strutture, tra le 168
accreditate, autorizzate a operare in deroga rispetto ai criteri
previsti dalla riclassificazione. «Solo un adeguato rafforzamento
dei servizi di assistenza domiciliare integrata ““ secondo i tre
segretari ““ può consentire alla nostra Regione di fronteggiare in
maniera adeguata la diffusione delle non autosufficienze e delle
patologie croniche, confermando e consolidando un modello di welfare
che resta avanzato rispetto al resto del paese». Una richiesta,
questa, già in cima all’agenda dell’incontro con Anci e
Federsanità fissato per l’8 gennaio: Spi, Fnp e Uilp chiederanno
ai sindaci di incrementare le dotazioni di bilancio destinate ai
servizi di assistenza domiciliare, «perché aumenta il numero di
anziani, di anziani soli e di non autosufficienti, che in questa
regione sono oltre 124mila, di cui 28mila gravi e in grandissima
maggioranza anziani».
SANITÀ E WELFARE,
SUBITO IL TAVOLO CON LA REGIONE. Preso atto della conferma delle
risorse destinate al Fap, il fondo attraverso il quale la Regione
finanzia le principali misure in materia di assistenza domiciliare, i
sindacati affidano al confronto con l’assessore Riccardi la
richiesta di un incremento delle dotazioni, «anche per sostenere la
sperimentazione sulle nuove forme di abitare possibile». Spi, Fnp e
Uilp chiedono inoltre l’avvio immediato di un tavolo con i
sindacati confederali e di categoria sull’attuazione dell’iter di
riforma sanitaria, «anche alla luce delle molte deleghe che il
disegno di legge 70 recentemente approvato dal Consiglio affida alla
Giunta regionale». Non convince, su questo versante, la scelta di
incrementare dal 3,8% al 6% la quota di spesa sanitaria destinata
alla copertura delle prestazioni erogate dai privati convenzionati.
«La priorità ““ rimarcano Treu, Pizzolitto e Gruarin ““ doveva
essere quella di rafforzare la sanità pubblica, a partire dal
fabbisogno di personale e dal potenziamento dei servizi territoriali.
SUBITO IL TAVOLO CON LA REGIONE. Preso atto della conferma delle
risorse destinate al Fap, il fondo attraverso il quale la Regione
finanzia le principali misure in materia di assistenza domiciliare, i
sindacati affidano al confronto con l’assessore Riccardi la
richiesta di un incremento delle dotazioni, «anche per sostenere la
sperimentazione sulle nuove forme di abitare possibile». Spi, Fnp e
Uilp chiedono inoltre l’avvio immediato di un tavolo con i
sindacati confederali e di categoria sull’attuazione dell’iter di
riforma sanitaria, «anche alla luce delle molte deleghe che il
disegno di legge 70 recentemente approvato dal Consiglio affida alla
Giunta regionale». Non convince, su questo versante, la scelta di
incrementare dal 3,8% al 6% la quota di spesa sanitaria destinata
alla copertura delle prestazioni erogate dai privati convenzionati.
«La priorità ““ rimarcano Treu, Pizzolitto e Gruarin ““ doveva
essere quella di rafforzare la sanità pubblica, a partire dal
fabbisogno di personale e dal potenziamento dei servizi territoriali.