«Superare le polemiche e riprendere il confronto»
«Quelli che l’assessore Riccardi definisce attacchi politici sono rivendicazioni di un confronto sindacale che le segreterie confederali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil portano avanti da tempo. Così come da tempo chiedono quei riscontri e quei dati sull’andamento dei contagi, in particolare su fronti sensibili come gli ospedali e le case di riposo, che l’assessore ha fornito solo ieri in Consiglio regionale». I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil replicano così alle accusa nei confronti del sindacato lanciate ieri dall’assessore alla Salute durante l’audizione in Terza Commissione. «Il vicepresidente dichiarano ““ Villiam Pezzetta Cgil), Alberto Monticco (Cisl) e Giacinto Menis (Uil) ““ ha reagito male alle richieste dei sindacati dei pensionati, stigmatizzando anche il fatto che fossero state anticipate in conferenza stampa. Noi crediamo invece che senza l’insistenza dei sindacati e di chi si è battuto, in Consiglio, per l’audizione di ieri, i numeri che ha reso l’assessore difficilmente sarebbero stati resi noti. Né si sarebbe potuto iniziare a dare delle risposte sull’esigenza, indiscutibile anche alla luce dei numeri, di rimettere mano al regolamento sulla riclassificazione delle case di riposo e alla riforma sanitaria».
Cgil, Cisl e Uil, infine, ribadiscono come l’unico tavolo di confronto aperto con l’assessore, da maggio in poi, sia stato quello sulle risorse aggiuntive regionali e sulle indennità per i lavoratori della sanità impegnati sul fronte Covid. «È totalmente mancato invece ““ concludono Pezzetta, Monticco e Menis ““ un confronto a tutto campo su grandi temi come le assunzioni, il ricorso al Mes per il rafforzamento degli ospedali, dei presidi territoriali e dei dipartimenti di prevenzione, il sistema strutturato dei servizi sanitari e assistenziali a supporto di anziani e non autosufficienti. Assenza di confronto che avevamo già denunciato con una manifestazione unitaria il 22 luglio scorso. L’auspicio è che il botta e risposta degli ultimi giorni, al di là dell’asprezza dei toni, possa essere il preludio alla ripresa di un dialogo che non sarebbe certo d’intralcio, ma favorirebbe anche l’adozione di strategie condivise per la gestione di un’emergenza sanitaria che purtroppo non può ancora considerarsi superata».