«Sanità , spostare il baricentro sul territorio»
«Dopo cinque anni senza programmazione, in
cui il sistema è stato lasciato a se stesso, chiediamo una forte azione
di governo del servizio sociosanitario». Questa la richiesta che la Cgil
del Fvg, con il segretario generale Franco Belci, avanza all’assessore
regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, intervenuta stamane al
convegno sulla riforma sanitaria tenutosi a Trieste, alla presenza anche
dei segretari di Cisl e Uil Giovanni Fania e Giacinto Menis.
CAMBIO
DI ROTTA. Il disegno di legge varato dalla Giunta, oltre a sancire
l’abrogazione della riforma Tondo, per la Cgil deve essere l’occasione
per un cambio radicale di strategia rispetto alla passata legislature.
«Nel corso della quale ““ spiega Belci ““ ha prevalso una logica basata
sulla gestione dell’ordinario. Vogliamo una riforma partecipata, frutto
di un confronto reale con gli enti locali e i rappresentanti dei
lavoratori e delle professioni. Una riforma che parta dai problemi
oggettivi, individuati in base all’evoluzione epidemiologica,
all’andamento demografico e all’analisi delle criticità , a partire dalle
liste di attesa. E che punti a razionalizzare la spesa non attraverso
risparmi occasionali, frutto magari di tagli dei servizi a livello di
singola azienda, ma attraverso scelte di sistema e il rilancio degli
strumenti di programmazione, a partire dal piano socio sanitario e
dall’approvazione del primo piano sociale».
TERRITORIO E PREVENZIONE.
Potenziamento dei servizi territoriali e della prevenzione, riordino
della rete ospedaliera, individuazione dei distretti come baricentro del
sistema e come punto unico di accesso ai servizi. Queste le priorità
che dovranno guidare l’approvazione della nuova riforma e la
pianificazione socio sanitaria: «Anche per fronteggiare le emergenze
poste da una crisi ““ spiega Orietta Olivo, responsabile welfare della
segreteria regionale Cgil ““ che tra i suoi effetti ha anche un
preoccupante ridimensionamento nell’accesso ai servizi sanitari, come
dimostra il calo del 4,8% nelle prestazioni ambulatoriali registrato nel
primo semestre 2013».
TICKET. Un dato, quello sul calo delle
prestazioni, che per la Cgil dimostra l’esigenza di intervenire sui
superticket, che vanno rimodulati in base al reddito. Ma a livello di
strategia generale, secondo Olivo, «’obiettivo fondamentale deve essere
quello di creare una rete assistenziale veramente in grado di farsi
carico dei bisogni dei cittadini e della loro gestione, garantendo una
continuità dell’assistenza sia orizzontale, con una copertura di 24 ore
su 24 e 7 giorni su 7, che verticale, su tutto il ciclo
prevenzione-cura-riabilitazione».
PERSONALE. I risparmi, come detto,
dovranno arrivare da politiche di sistema, cioè dal rafforzamento della
prevenzione, cui attualmente viene destinato solo il 3% della spesa
sanitaria, contro un obiettivo nazionale del 5%, dalla razionalizzazione
della spesa farmaceutica, dalla riduzione dei ricoveri impropri e dei
ricorsi impropri al Pronto soccorso, dalla centralizzazione degli
acquisti, attraverso il ripristino del centro servizi condivisi,
cancellato dalla Giunta Tondo. No quindi ai tagli lineari e no al blocco
dei contratti e del turnover, che dal 2010 a oggi ha aggravato con 500
tagli la situazione già critica del personale, come ha denunciato anche
la segretaria della Fp-Cgil Mafalda Ferletti. Significativo, a tale
proposito, che in regione ci siano solo 6 infermieri ogni 1.000
abitanti, contro una media Ocse di 9. «Se vogliamo mantenere un servizio
socio sanitario di qualità qual è attualmente il nostro ““ dichiara
Olivo ““ non possiamo chiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori».
SOS
ANZIANI. Tra le richieste presentate all’assessore anche la chiusura
del tavolo sul nuovo regolamento del Fap (Fondo autonomia possibile) e
l’apertura del confronto sulla riqualificazione e l’abbattimento delle
rette delle case di riposo. Due priorità , queste, rivendicate dal
segretario dello Spi-Cgil Ezio Medeot, che individua nel potenziamento
dell’assistenza domiciliare la strada maestra per rispondere alle
esigenze poste dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento dei
non autosufficienti.
cui il sistema è stato lasciato a se stesso, chiediamo una forte azione
di governo del servizio sociosanitario». Questa la richiesta che la Cgil
del Fvg, con il segretario generale Franco Belci, avanza all’assessore
regionale alla Salute Maria Sandra Telesca, intervenuta stamane al
convegno sulla riforma sanitaria tenutosi a Trieste, alla presenza anche
dei segretari di Cisl e Uil Giovanni Fania e Giacinto Menis.
CAMBIO
DI ROTTA. Il disegno di legge varato dalla Giunta, oltre a sancire
l’abrogazione della riforma Tondo, per la Cgil deve essere l’occasione
per un cambio radicale di strategia rispetto alla passata legislature.
«Nel corso della quale ““ spiega Belci ““ ha prevalso una logica basata
sulla gestione dell’ordinario. Vogliamo una riforma partecipata, frutto
di un confronto reale con gli enti locali e i rappresentanti dei
lavoratori e delle professioni. Una riforma che parta dai problemi
oggettivi, individuati in base all’evoluzione epidemiologica,
all’andamento demografico e all’analisi delle criticità , a partire dalle
liste di attesa. E che punti a razionalizzare la spesa non attraverso
risparmi occasionali, frutto magari di tagli dei servizi a livello di
singola azienda, ma attraverso scelte di sistema e il rilancio degli
strumenti di programmazione, a partire dal piano socio sanitario e
dall’approvazione del primo piano sociale».
TERRITORIO E PREVENZIONE.
Potenziamento dei servizi territoriali e della prevenzione, riordino
della rete ospedaliera, individuazione dei distretti come baricentro del
sistema e come punto unico di accesso ai servizi. Queste le priorità
che dovranno guidare l’approvazione della nuova riforma e la
pianificazione socio sanitaria: «Anche per fronteggiare le emergenze
poste da una crisi ““ spiega Orietta Olivo, responsabile welfare della
segreteria regionale Cgil ““ che tra i suoi effetti ha anche un
preoccupante ridimensionamento nell’accesso ai servizi sanitari, come
dimostra il calo del 4,8% nelle prestazioni ambulatoriali registrato nel
primo semestre 2013».
TICKET. Un dato, quello sul calo delle
prestazioni, che per la Cgil dimostra l’esigenza di intervenire sui
superticket, che vanno rimodulati in base al reddito. Ma a livello di
strategia generale, secondo Olivo, «’obiettivo fondamentale deve essere
quello di creare una rete assistenziale veramente in grado di farsi
carico dei bisogni dei cittadini e della loro gestione, garantendo una
continuità dell’assistenza sia orizzontale, con una copertura di 24 ore
su 24 e 7 giorni su 7, che verticale, su tutto il ciclo
prevenzione-cura-riabilitazione».
PERSONALE. I risparmi, come detto,
dovranno arrivare da politiche di sistema, cioè dal rafforzamento della
prevenzione, cui attualmente viene destinato solo il 3% della spesa
sanitaria, contro un obiettivo nazionale del 5%, dalla razionalizzazione
della spesa farmaceutica, dalla riduzione dei ricoveri impropri e dei
ricorsi impropri al Pronto soccorso, dalla centralizzazione degli
acquisti, attraverso il ripristino del centro servizi condivisi,
cancellato dalla Giunta Tondo. No quindi ai tagli lineari e no al blocco
dei contratti e del turnover, che dal 2010 a oggi ha aggravato con 500
tagli la situazione già critica del personale, come ha denunciato anche
la segretaria della Fp-Cgil Mafalda Ferletti. Significativo, a tale
proposito, che in regione ci siano solo 6 infermieri ogni 1.000
abitanti, contro una media Ocse di 9. «Se vogliamo mantenere un servizio
socio sanitario di qualità qual è attualmente il nostro ““ dichiara
Olivo ““ non possiamo chiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori».
SOS
ANZIANI. Tra le richieste presentate all’assessore anche la chiusura
del tavolo sul nuovo regolamento del Fap (Fondo autonomia possibile) e
l’apertura del confronto sulla riqualificazione e l’abbattimento delle
rette delle case di riposo. Due priorità , queste, rivendicate dal
segretario dello Spi-Cgil Ezio Medeot, che individua nel potenziamento
dell’assistenza domiciliare la strada maestra per rispondere alle
esigenze poste dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento dei
non autosufficienti.