Riforma della sanità  e del sociale: si aprano i tavoli di confronto

Dalle cifre della Finanziaria regionale per il 2010 emerse nell’incontro con l’assessore Kosic di giovedì 5 c.m., traspare che ci saranno difficoltà serie nella sanità regionale cui è assicurato un aumento delle risorse disponibili solo dell’1,76%, a fronte di trend in aumento del 4,5% l’anno mentre il Fondo sociale regionale aumenta rispetto al 2009 di circa 11 milioni di euro (da 200 a 211, + 5,3%), dei quali 6 destinati agli investimenti e circa 5 alla crescita dei servizi.
Sull’abbattimento delle rette, la nostra ormai biennale insistenza, trova finalmente una risposta: ci sono due milioni per avviare l’abbattimento atteso da alcuni anni delle rette dei Centri diurni ed aumenta da 36 a 44,6 milioni il Fondo per abbattere le rette delle case di riposo. E va bene anche la disponibilità espressa dall’Assessore  a collegare l’erogazione di queste nuove risorse aggiuntive – è una nostra richiesta di sempre – in una prima fase solo al reddito e poi anche alla gravità della non autosufficienza. Ma ciò non basta: occorre definire se questi aumenti saranno destinati solo ai circa 6.000 posti letto oggi convenzionati o se, successivamente, potranno essere  estesi anche ai restanti 4.000, di quali e quanti oneri si farà carico la sanità e, per differenza, la quota residua che resta a carico dell’utente o del comune e, solo dopo aver fatto questo, graduare l’intervento assistenziale della Regione come detto sopra.
Per il Fondo per l’Autonomia Possibile – il FAP – destinato a sostenere le persone non autosufficienti assistite a domicilio, considerato che per il 2009 il FAP dispone di 21,8 milioni di euro e che numerose persone non hanno avuto risposte per esaurimento dei fondi, la decisione della Regione di assegnargli 18 milioni di euro di risorse proprie, restando in attesa delle ulteriori che potranno pervenire dal Fondo nazionale per la non autosufficienza, prima azzerato dal Governo e poi oggetto di ripristino con l’importante intesa Stato-Regioni del 23 ottobre u.s., non ci tranquillizza. Infatti, al momento, l’unica disponibilità certa per il 2010 restano questi 18 milioni, con una riduzione di circa 4 milioni sul 2009, assolutamente insufficienti per far fronte alla domanda di domiciliarità in crescita ed ai maggiori oneri conseguenti alle migliorie introdotte nel Regolamento regionale che vorremmo vedere approvate al più presto per diventare operative dal 1° gennaio p.v..
Il Fondo povertà e la Social card, nonostante l’ulteriore aumento della povertà generato dalla crisi non avranno un euro in più del 2009, mentre cogliamo positivamente l’aumento della dotazione per il Fondo gravissimi assistiti a domicilio (circa 250 persone in FVG) che da una dotazione di 900 mila euro – stanziati ma non erogati nel 2009 – sale a due milioni per il 2010.
Ora ci aspettiamo che si aprano quei tavoli di confronto che abbiamo richiesto da tempo.
E i Comuni che sono i principali erogatori dei servizi sociali ai cittadini di tutte le fasce d’età?
A fronte dei crescenti bisogni sociali, occorre considerare anche la loro difficile situazione dopo la riduzione delle loro entrate causata dalla crisi e dall’ICI, mai totalmente rimborsata dallo Stato.
Infine una considerazione su tasse ed evasione: anche a fronte delle difficoltà a definire il bilancio regionale, mancando le risorse indispensabili per garantire i servizi sanitari e sociali ai cittadini, occorre ricordare che derivano non solo dalla crisi ma anche dal persistere di un’intollerabile evasione e che circa l’80% dell’IRPEF è versata dai lavoratori e dai pensionati mentre il resto del mondo, versando solo il restante 20%, si lamenta. Per noi c’è un’evidente priorità: riprendere la lotta all’evasione e far ripartire l’economia, sostenendo i redditi ed i consumi, rivalutando le pensioni e riducendo le tasse ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati.