Più fondi per l’assistenza ai non autosufficienti

Utilizzare i fondi stanziati sulla social card ma rimasti inutilizzati per potenziare da subito gli interventi a favore dei non autosufficienti. Lo chiedono le segreterie regionali dei sindacati pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, che definiscono «interlocutorio» l’esito dell’incontro tenutosi questa settimana con l’assessore alla Salute Vladimir Kosic.
Tema centrale della discussione, che ha toccato anche l’intervento regionale sulla social card e l’aumento delle rette delle case di riposo, e lo stato di attuazione del Fondo per l’autonomia possibile (Fap). «I 21,8 milioni destinati a finanziarlo nel 2009 – sostengono i segretari regionali Gio Batta Degano, Gianfranco Valenta e Caterina Martina – non garantiscono la continuità assistenziale alle persone già prese in carico né copriranno le nuove domande di sostegno». Insufficiente secondo i sindacati anche l’intervento sulle case di riposo: «Il milione di euro in più che è stato stanziato rispetto al 2008 corrisponde a un abbattimento giornaliero di 40 centesimi, largamente inferiore agli aumenti già decisi a partire dal 1° gennaio dalla grande maggioranza degli istituti». Da qui la richiesta di ridestinare le risorse stanziate per l’incremento di 20 euro mensili della social card ma non impiegate. «Le circa 3.000 social card attivate fino a questo momento in regione – secondo i calcoli dei sindacati – comportano una spesa annua inferiore al milione di euro, a fronte dei 5 stanziati dalla Finanziaria 2009: la nostra proposta è di mantenere fermi tali fondi sul capitolo welfare, destinandoli in modo più efficace al sostegno delle famiglie, sia rafforzando l’assistenza domiciliare sia abbattendo maggiormente le rette delle case di riposo».
Potenziare i servizi territoriali per garantire la presa in carico integrata di tutte le persone non autosufficienti e la definizione dei Piani personalizzati di assistenza; confermare a 35.000 euro il tetto Isee per erogare sostegni economici del Fap e attualizzare l’Isee in presenza di eventi che riducano il reddito familiare (mobilità, cassa integrazione, disoccupazione, ecc.); garantire maggiore sostegno alle famiglie e graduare in ragione della loro capacità economica anche l’intervento a sostegno di quelle che si avvalgono di un’assistente familiare, estendendolo fino ai contratti da 20 ore settimanali, a fronte dell’attuale minimo di 25; avviare un tavolo di concertazione finalizzato a definire nuove regole condivise ed uniformi sulle rette delle case di riposo. Queste le proposte avanzate all’assessore, sulle quali i sindacati attendono risposte dettagliate.
Spi, Fnp e Uilp, infine, hanno denunciato «pesanti ritardi» nel monitoraggio dello stato di attuazione del Fap: «I dati relativi ai 19 ambiti distrettuali – spiegano – sono incompleti e fermi al 30 giugno 2008. Un ritardo inaccettabile, di fronte al quale abbiamo rimarcato l’esigenza non dilazionabile di attivare strumenti che consentano di misurare in tempo reale lo stato degli interventi e di rafforzare i servizi sociali dei Comuni, dotandoli del personale necessario a garantire standard omogenei di assistenza su tutto il territorio regionale. Quanto alla Cartella sociale informatizzata che secondo l’assessore dovrebbe diventare l’unico supporto gestionale utilizzato per monitorare tutti gli interventi sociosanitari e assistenziali, è una novità che giudichiamo positivamente, a patto che gli annunci si tramutino subito in fatti concreti: è da troppo tempo infatti che si va avanti a tentoni, senza disporre di dati affidabili che fotografino lo stato effettivo dei servizi sul territorio».