Manovra inaccettabile, i pensionati verso lo sciopero del 12
«Nessun obiettivo di risanamento può giustificare la scelta di colpire i pensionati così pesantemente come fa la manovra presentata domenica. Una scelta in clamoroso contrasto con gli obiettivi di equità e sostegno alla crescita dichiarati dal nuovo Governo». È quanto dichiarano le segreterie regionali dei sindacati pensionati di Cgil, Cisl e Uil, pronte a mobilitarsi con le confederazioni in vista dello sciopero e delle manifestazioni di lunedì 12 dicembre.
«Limitare l’integrale adeguamento Istat delle pensioni ai soli assegni fino a 468 euro, con aumenti dimezzati fino al limite dei 936 euro e azzerati al di sopra di questo tetto – dichiarano i segretari generali Ezio Medeot (Spi-Cgil), Gianfranco Valenta (Fnp-Cisl) e Arnoldo Renni (Uilp-Uil) –, è l’ennesimo durissimo colpo ai redditi reali dei pensionati, che subirà un pesante ridimensionamento nel corso del 2012 e del 2013. Tanto più che le altre misure annunciate dal Governo, dall’aumento delle accise dei carburanti ai nuovi rincari dell’Iva, determineranno un’ulteriore impennata dell’inflazione. Tutto questo non è soltanto iniquo e socialmente inaccettabile, ma anche controproducente ai fini dell’efficacia della manovra, perché la compressione dei redditi reali avrà inevitabili ricadute sui livelli dei consumi e quindi sulle già precarie prospettive di crescita».
Spi, Fnp e Uilp giudicano inaccettabile anche il drastico innalzamento dei requisiti di età e anzianità per l’accesso alla pensione. «Una misura – dichiarano Medeot, Valenta e Renni – dettata unicamente dalla volontà di far cassa sulle pensioni, dal momento che la situazione dei conti previdenziali è in equilibrio, in particolare per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, come ha riconosciuto lo stesso Presidente del Consiglio. L’allungamento dei requisiti, inoltre, rischia di avere pesanti ricadute anche sui lavoratori in cassa integrazione e mobilità prossimi al pensionamento». Da qui la mobilitazione contro la manovra, che per i sindacati dei pensionati deve essere modificata prima del suo varo definitivo e poi in Parlamento. Ma c’è massima attenzione anche su quello che potrà accadere a livello locale, per scongiurare aumenti delle addizionali, delle tariffe o tagli di servizi che aggraverebbero ulteriormente la già pesante situazione dei pensionati e delle famiglie.
«Limitare l’integrale adeguamento Istat delle pensioni ai soli assegni fino a 468 euro, con aumenti dimezzati fino al limite dei 936 euro e azzerati al di sopra di questo tetto – dichiarano i segretari generali Ezio Medeot (Spi-Cgil), Gianfranco Valenta (Fnp-Cisl) e Arnoldo Renni (Uilp-Uil) –, è l’ennesimo durissimo colpo ai redditi reali dei pensionati, che subirà un pesante ridimensionamento nel corso del 2012 e del 2013. Tanto più che le altre misure annunciate dal Governo, dall’aumento delle accise dei carburanti ai nuovi rincari dell’Iva, determineranno un’ulteriore impennata dell’inflazione. Tutto questo non è soltanto iniquo e socialmente inaccettabile, ma anche controproducente ai fini dell’efficacia della manovra, perché la compressione dei redditi reali avrà inevitabili ricadute sui livelli dei consumi e quindi sulle già precarie prospettive di crescita».
Spi, Fnp e Uilp giudicano inaccettabile anche il drastico innalzamento dei requisiti di età e anzianità per l’accesso alla pensione. «Una misura – dichiarano Medeot, Valenta e Renni – dettata unicamente dalla volontà di far cassa sulle pensioni, dal momento che la situazione dei conti previdenziali è in equilibrio, in particolare per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, come ha riconosciuto lo stesso Presidente del Consiglio. L’allungamento dei requisiti, inoltre, rischia di avere pesanti ricadute anche sui lavoratori in cassa integrazione e mobilità prossimi al pensionamento». Da qui la mobilitazione contro la manovra, che per i sindacati dei pensionati deve essere modificata prima del suo varo definitivo e poi in Parlamento. Ma c’è massima attenzione anche su quello che potrà accadere a livello locale, per scongiurare aumenti delle addizionali, delle tariffe o tagli di servizi che aggraverebbero ulteriormente la già pesante situazione dei pensionati e delle famiglie.