Lo Spi accusa: “Regione e Comuni fermi nella lotta all’evasione”
«Per contrastare la politica di tagli al welfare portata avanti dal Governo e dalla Giunta regionale è indispensabile una forte mobilitazione. Anche per sollecitare un forte impegno dei Comuni sul fronte della lotta all’evasione, che potrebbe dare un significativo contributo a limitare l’impatto dei tagli, ma che in Friuli Venezia Giulia non ha portato finora alcun risultato». È l’appello lanciato oggi a Udine dallo Spi Cgil Friuli Venezia Giulia, con il segretario generale Ezio Medeot e Gino Dorigo, responsabile del welfare nella segreteria regionale, nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione di Nevio Puntin, segretario dell’Anci regionale.
«Le polemiche esplose all’interno della maggioranza sulle linee guida per la sanità – ha aggiunto Dorigo – sono l’ennesima dimostrazione dei limiti di questa Giunta e dello schieramento che la sostiene». In un quadro caratterizzato dai pesanti tagli nei trasferimenti alle Regioni e agli enti locali, secondo lo Spi, va perseguita con forza ogni strada che possa consentire un recupero di risorse da destinare alla sanità e ai servizi socio-assistenziali sul territorio. «In particolare – ha detto ancora Dorigo – va percorsa con forza la strada della lotta all’evasione, esercitando l’importante e rinnovato ruolo che la legislazione nazionale attribuisce ai Comuni su questo versante».
Da qui la denuncia per la mancata attuazione, in regione, della norma contenuta nel decreto legge 78/2010, che prevede l’istituzione dei consigli tributari comunali (per gli enti con più di 5.000 abitanti) o consorziati (per i Comuni sotto i 5.000 abitanti), assegnando ai Comuni una compartecipazione del 33% sulle tasse recuperate in virtù delle loro segnalazioni. «In regione – ha spiegato il segretario dell’Anci Fvg Nevio Puntin – non è stato ancora istituito alcun consiglio. Questo per diverse cause: la mancata fissazione nel decreto di scadenze tassative, i palleggi di competenze tra lo Stato e la Regione, che ha annunciato una propria legge in materia, ma non ultime anche le esitazioni dei Comuni, che potrebbero agire ma non lo hanno fatto, rinunciando al ruolo che la legge nazionale assegna loro».