Lo Spi Cgil all’attacco di Asugi
Lo Spi Cgil, assieme a Cisl Pensionati e Uil Pensionati, va all’attacco di Comune di Trieste, Asugi e Inps a causa della totale mancanza di rapporto e confronto. «Ci trattano come la bocciofila e questo non è accettabile. Parliamo del 30 per cento della popolazione di Trieste, che viene trattata in maniera non decorosa».
I sindacati dei pensionati denunciano in particolare la decisione della Regione di aumentare il numero di pazienti seguiti dai medici di Medicina generale, portandolo dagli attuali 1.500 a 1.700. Per lo Spi Cgil e gli altri sindacati, si tratta di «un numero inaccettabile, soprattutto nella possibile campagna vaccinale a tappeto. Il piano vaccinale finora è stato gestito malissimo e senza neanche ascoltarci, con anziani senza computer abbandonati a doversi stampare i moduli da soli. Abbiamo poi chiesto al direttore generale di Asugi, Antonio Poggiana di avere il quadro sulle liste d’attesa, ma è sempre evasivo e non fornisce i numeri. C’è inoltre il problema degli sportelli dell’Inps chiusi al pubblico e anche ai nostri patronati, i quali hanno un’estrema difficoltà a confrontarsi con gli addetti: capiamo che sono passati da 150 a 80, ma non si può chiedere a una persona di 80 anni di fare lo Spid». I sindacati prendono di mira anche il Comune, che definiscono totalmente carente nei servizi sociali a sostegno degli oltre 10 mila non autosufficienti, per la maggioranza anziani.
I sindacati dei pensionati denunciano in particolare la decisione della Regione di aumentare il numero di pazienti seguiti dai medici di Medicina generale, portandolo dagli attuali 1.500 a 1.700. Per lo Spi Cgil e gli altri sindacati, si tratta di «un numero inaccettabile, soprattutto nella possibile campagna vaccinale a tappeto. Il piano vaccinale finora è stato gestito malissimo e senza neanche ascoltarci, con anziani senza computer abbandonati a doversi stampare i moduli da soli. Abbiamo poi chiesto al direttore generale di Asugi, Antonio Poggiana di avere il quadro sulle liste d’attesa, ma è sempre evasivo e non fornisce i numeri. C’è inoltre il problema degli sportelli dell’Inps chiusi al pubblico e anche ai nostri patronati, i quali hanno un’estrema difficoltà a confrontarsi con gli addetti: capiamo che sono passati da 150 a 80, ma non si può chiedere a una persona di 80 anni di fare lo Spid». I sindacati prendono di mira anche il Comune, che definiscono totalmente carente nei servizi sociali a sostegno degli oltre 10 mila non autosufficienti, per la maggioranza anziani.