«Il dovere di ascoltare i pensionati»

Dopo i primi incontri con alcuni parlamentari del Fvg (agli incontri tenutisi finora hanno partecipato Gianna Malisani, Paolo Coppola, Serena Pellegrino e Carlo Pegorer. Ulteriori incontri sono stati concordati con Giorgio Brandolin e Walter Rizzetto), i segretari generali regionali di Spi Cgil, Fnp Cisl  e Uilp Uil hanno scritto una lettera aperta a deputati e senatori del Friuli Venezia Giulia.


Spettabili Deputati e Senatori del Friuli Venezia Giulia,


il nostro Paese e la nostra regione, come sapete, continuano ad essere duramente colpiti dagli effetti di una crisi tuttora pesante nei suoi effetti sul lavoro e sulle condizioni di vita delle persone. L’assenza di veri segnali di recupero sul versante dell’occupazione impone un rafforzamento delle politiche a sostegno della ripresa economica e del mercato del lavoro, obiettivo prioritario a qualsiasi livello di governo, nazionale e locale.

Il lavoro, e in particolare quello giovanile, è il problema numero uno. Ma non l’unico. Tra le fasce più esposte alla crisi c’è anche quella dei pensionati e degli anziani, a partire dalla stragrande maggioranza che vive con pensioni mensili di importo medio basso. Si tratta di persone e di nuclei familiari che in 15 anni hanno perso mediamente il 30% del proprio potere d’acquisto: un processo aggravato dal blocco della perequazione nel biennio 2012-2013 introdotto dal Governo Monti e recentemente bocciato dalla Corte Costituzionale.

Anche tra i pensionati si avvertono sempre più marcati gli effetti della crisi su un ceto medio più debole, meno protetto dal welfare e allarmato da un contesto economico, sociale e finanziario che certo non induce a guardare con ottimismo il futuro proprio, quello dei figli e dei nipoti. Figli e nipoti che pensionati e anziani, pur in un quadro difficile, continuano a sostenere non soltanto economicamente, ma anche in termini di servizi.

Una ricerca dell’Università  Cattolica di Milano, oltre ad evidenziare il ruolo fondamentale degli anziani nel volontariato, rileva che nella fascia tra i 65 e i 74 anni la grande maggioranza delle persone fornisce più supporto e aiuto di quanto ne riceva. E si calcola che almeno un milione di genitori, nel nostro Paese, sono in grado di svolgere un lavoro retribuito solo perché c’è un nonno ad aiutarli con i figli. Un motivo in più per non ignorare il grido d’allarme che viene dai pensionati, tanto più in una regione come il Fvg, dove gli over 65 rappresentano quasi un quarto della popolazione.

I pensionati sanno di aver dato un contributo al risanamento dei conti pubblici. Sanno che la priorità  è il lavoro. E sono i primi che vogliono politiche per il lavoro e per le nuove generazioni. Ma sono stanchi di subire il peso crescente delle tasse, le più pesanti d’Europa sulle pensioni, dell’evasione fiscale e contributiva, di quegli sprechi e quei privilegi che senz’altro non vanno cercati tra chi percepisce assegni mensili prevalentemente medio-bassi

Non accettiamo lezioni di responsabilità  da nessuno: tantomeno da chi ci accusa di essere dei privilegiati e di rubare il futuro ai giovani, per poi bocciare ogni proposta che punti a combattere le crisi con politiche capaci di colpire le rendite e i privilegi, di contrastare l’evasione, di introdurre una patrimoniale sui grandi capitali e sulle grandi ricchezze. Stiamo contestando un decreto con il quale il Governo restituisce ai pensionati solo una parte di quanto perso per la mancata rivalutazione. E nel contempo abbiamo chiesto un tavolo di confronto vero e permanente per affrontare le problematiche dei pensionati e degli anziani: non solo sui meccanismi di rivalutazione delle pensioni, attuali e futuri, ma anche quelli sul fisco, sulla 14a mensilità , sul fondo per i non autosufficienti da rifinanziare.

Questi i temi di cui parleremo con il ministro Poletti il 16 luglio. E sui quali abbiamo sollecitato anche i nostri parlamentari. Finora abbiamo avuto modo di incontrarne alcuni, auspichiamo di poterlo fare con tutti, perché non vogliamo pensare che deputati e senatori vogliano ignorare la richiesta di chi in regione rappresenta oltre 120mila iscritti e parla a nome di un quarto della popolazione. Il minimo che ci attendiamo è una doverosa attenzione a quello che chiediamo e alle condizioni di vita degli anziani e dei pensionati. Che non sono e non si sentono cittadini di serie B.

 

I segretari generali Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil

Ezio Medeot    Renato Pizzolitto     Magda Guarin