Guerra e pane, a Redipuglia l’atto finale della due giorni
«Non c’è nulla di più attuale che ricordare i fatti della Grande Guerra, visti i nuovi conflitti che infiammano il mondo e il profilarsi di nuove xenofobie in Europa». Queste le parole con cui la segretaria generale del Sindacato pensionati Cgil Carla Cantone ha concluso il convegno “La Guerra e il Pane”, organizzato a Gorizia dallo Spi nazionale per analizzare quale fu il ruolo dei lavoratori negli anni della Prima Guerra mondiale e l’impatto del conflitto sul mondo del lavoro e le sue trasformazioni.
L’evento, patrocinato dalla provincia di Gorizia, ha avuto un’appendice finale nel pomeriggio a Redipuglia, dove lo Spi ha voluto rendere omaggio ai caduti di entrambi i fronti, visitando il Sacrario e il Cimitero di guerra austro-ungarico, «dove riposano ““ come ha ricordato il segretario regionale Ezio Medeot ““ anche molti soldati italiani delle nostre terre, che combatterono per l’esercito asburgico». I due sacrari, a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, rappresentano per lo Spi la sede ideale per un rinnovato appello alla coesione europea e all’accoglienza, «da un confine ““ ha detto ancora Medeot ““ che cent’anni fa fu uno dei fronti più cruenti della Grande Guerra e oggi si ritrova al centro dei flussi di profughi in fuga da altre guerre, vittime di un’emergenza umanitaria che l’Europa non può pensare di affrontare alzando nuovi muri».
L’evento, patrocinato dalla provincia di Gorizia, ha avuto un’appendice finale nel pomeriggio a Redipuglia, dove lo Spi ha voluto rendere omaggio ai caduti di entrambi i fronti, visitando il Sacrario e il Cimitero di guerra austro-ungarico, «dove riposano ““ come ha ricordato il segretario regionale Ezio Medeot ““ anche molti soldati italiani delle nostre terre, che combatterono per l’esercito asburgico». I due sacrari, a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, rappresentano per lo Spi la sede ideale per un rinnovato appello alla coesione europea e all’accoglienza, «da un confine ““ ha detto ancora Medeot ““ che cent’anni fa fu uno dei fronti più cruenti della Grande Guerra e oggi si ritrova al centro dei flussi di profughi in fuga da altre guerre, vittime di un’emergenza umanitaria che l’Europa non può pensare di affrontare alzando nuovi muri».
Nell’immagine il segretario generale dello Spi Cgil Fvg Ezio Medeot durante la visita al Cimitero austro-ungarico