«Fvg in arancione, basta polemiche: moltiplicare le forze per rafforzare la nostra sanità »
«L’analisi dei parametri
e dei motivi che hanno portato il Friuli Venezia Giulia dal giallo
all’arancione non può e non deve essere oggetto di una sterile polemica
col Governo, ma deve servire a lavorare sulle criticità per migliorare
la capacità di risposta del nostro sistema socio-sanitario e accelerare
il ritorno alla normalità per famiglie, lavoratori e imprese». Questo
l’appello che Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia lanciano alla
Regione, anticipando anche quali saranno i temi centrali dell’incontro
di giovedì con l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi (incontro che
doveva tenersi oggi, ma che l’assessore ha chiesto di rinviare a causa
di sopraggiunti impegni).
e dei motivi che hanno portato il Friuli Venezia Giulia dal giallo
all’arancione non può e non deve essere oggetto di una sterile polemica
col Governo, ma deve servire a lavorare sulle criticità per migliorare
la capacità di risposta del nostro sistema socio-sanitario e accelerare
il ritorno alla normalità per famiglie, lavoratori e imprese». Questo
l’appello che Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia lanciano alla
Regione, anticipando anche quali saranno i temi centrali dell’incontro
di giovedì con l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi (incontro che
doveva tenersi oggi, ma che l’assessore ha chiesto di rinviare a causa
di sopraggiunti impegni).
CRITICITÀ REALI.
Secondo i segretari generali Villiam Pezzetta (Cgil), Alberto Monticco
(Cisl) e Giacinto Menis (Uil), sarebbe sbagliato leggere i numeri della
situazione epidemiologica e sanitaria soltanto alla ricerca di elementi
di contraddizione o in chiave autoassolutoria: «Ci sono indicatori ““
argomentano i segretari ““ che evidenziano criticità che non possono
essere sottovalutate: la crescita progressiva del tasso di positività ,
con percentuali particolarmente allarmanti se riferita ai nuovi casi, il
numero complessivo di ricoverati, che supera già del 50% i picchi della
scorsa primavera, la lunghezza dei tempi di realizzazione e di analisi
dei tamponi, che non sta soltanto compromettendo una tempestiva
tracciatura dei casi, ma sta anche spingendo un numero crescente di
persone verso i laboratori privati, con costi molto gravosi per le
famiglie». Criticità , queste, che per i sindacati «richiedono un’analisi
obiettiva e non condizionata da letture politiche e strumentali, tanto
più di fronte all’evidenza che i passaggi dal giallo all’arancione hanno
interessato regioni guidate da giunte di entrambi gli schieramenti».
Secondo i segretari generali Villiam Pezzetta (Cgil), Alberto Monticco
(Cisl) e Giacinto Menis (Uil), sarebbe sbagliato leggere i numeri della
situazione epidemiologica e sanitaria soltanto alla ricerca di elementi
di contraddizione o in chiave autoassolutoria: «Ci sono indicatori ““
argomentano i segretari ““ che evidenziano criticità che non possono
essere sottovalutate: la crescita progressiva del tasso di positività ,
con percentuali particolarmente allarmanti se riferita ai nuovi casi, il
numero complessivo di ricoverati, che supera già del 50% i picchi della
scorsa primavera, la lunghezza dei tempi di realizzazione e di analisi
dei tamponi, che non sta soltanto compromettendo una tempestiva
tracciatura dei casi, ma sta anche spingendo un numero crescente di
persone verso i laboratori privati, con costi molto gravosi per le
famiglie». Criticità , queste, che per i sindacati «richiedono un’analisi
obiettiva e non condizionata da letture politiche e strumentali, tanto
più di fronte all’evidenza che i passaggi dal giallo all’arancione hanno
interessato regioni guidate da giunte di entrambi gli schieramenti».
ASSUNZIONI SUBITO. I
sindacati puntano il dito sul livello degli organici, ridisceso sui
livelli di inizio anno. Da qui l’appello a investire in assunzioni
stabili, «che riguardino non soltanto il personale ospedaliero, ma anche
i servizi territoriali, l’assistenza domiciliare, la prevenzione e
quella filiera dei controlli che rischia di rivelarsi il vero anello
debole del sistema, sia in termini di ridotta capacità di tracciatura
sia per gli effetti pratici sulle persone, costrette ad attese lunghe e
gravose tra la prescrizione e l’esito del tampone».
sindacati puntano il dito sul livello degli organici, ridisceso sui
livelli di inizio anno. Da qui l’appello a investire in assunzioni
stabili, «che riguardino non soltanto il personale ospedaliero, ma anche
i servizi territoriali, l’assistenza domiciliare, la prevenzione e
quella filiera dei controlli che rischia di rivelarsi il vero anello
debole del sistema, sia in termini di ridotta capacità di tracciatura
sia per gli effetti pratici sulle persone, costrette ad attese lunghe e
gravose tra la prescrizione e l’esito del tampone».
PRIORITÀ A SALUTE E
SICUREZZA. Quanto all’impatto economico delle restrizioni, pur
comprendendo le ragioni del grido di allarme lanciato da molte
associazioni di categoria, Cgil-Cisl-Uil criticano i toni utilizzati.
«Siamo perfettamente consapevoli ““ dichiarano Pezzetta, Monticco e Menis
““ del momento drammatico vissuto da tante aziende e in particolare dal
mondo del lavoro autonomo. Ricordiamo che in una situazione simile si
trovano migliaia di lavoratori, fermati dalle chiusure o dalla carenza
di appalti e commesse, e che per decine di migliaia di cassintegrati il
calo reddituale è spesso pesantissimo, con punte del 40% e prospettive
occupazionali tutt’altro che incoraggianti. Dobbiamo però essere
consapevoli dell’aggravarsi di un’epidemia che, in Italia come in tutta
Europa, ci costringe a giocare prima di tutto in difesa della nostra
salute e in particolare di quella dei soggetti più deboli, nella
consapevolezza che senza un controllo del quadro epidemiologico e
sanitario non ci potranno essere neppure le condizioni per una
ripartenza vera dell’economia e del lavoro».
SICUREZZA. Quanto all’impatto economico delle restrizioni, pur
comprendendo le ragioni del grido di allarme lanciato da molte
associazioni di categoria, Cgil-Cisl-Uil criticano i toni utilizzati.
«Siamo perfettamente consapevoli ““ dichiarano Pezzetta, Monticco e Menis
““ del momento drammatico vissuto da tante aziende e in particolare dal
mondo del lavoro autonomo. Ricordiamo che in una situazione simile si
trovano migliaia di lavoratori, fermati dalle chiusure o dalla carenza
di appalti e commesse, e che per decine di migliaia di cassintegrati il
calo reddituale è spesso pesantissimo, con punte del 40% e prospettive
occupazionali tutt’altro che incoraggianti. Dobbiamo però essere
consapevoli dell’aggravarsi di un’epidemia che, in Italia come in tutta
Europa, ci costringe a giocare prima di tutto in difesa della nostra
salute e in particolare di quella dei soggetti più deboli, nella
consapevolezza che senza un controllo del quadro epidemiologico e
sanitario non ci potranno essere neppure le condizioni per una
ripartenza vera dell’economia e del lavoro».