Febbraio, la rivalutazione non è per tutti. Come aumentano le pensioni nel 2023
Ancora nessun aumento sulle pensioni in pagamento da oggi, 1° febbraio, per gli assegni che nel 2022 superavano l’importo di 2.101,52 euro, pari a 4 volte l’importo del trattamento minimo. La notizia, attesa già da molti, era stata ufficialmente anticipata da un comunicato stampa dell’Inps a tutti i pensionati. «Dal 1° gennaio ““ questo il testo del comunicato ““ l’Inps ha provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento, nell’anno 2022, rate di pensione per un importo inferiore o uguale a € 2.101,52. Per tutti gli altri pensionati, nel mese di marzo 2023, l’Inps procederà ad attribuire la perequazione in percentuale in base all’importo annuale in pagamento, come previsto dall’art. 1 comma 309 della legge di bilancio. Nel mese di marzo saranno inoltre posti in pagamento anche gli arretrati riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023».
L’assegno di marzo, in sostanza, conterrà sia la rivalutazione del rateo mensile sia gli aumenti non versati a gennaio e febbraio. Si tratta però, come noto, di aumenti inferiori a quelli previsti per le pensioni fino a 2.101,52 euro mensili. Mentre su queste si è applicato al 100% il tasso provvisorio di rivalutazione del 7,3% (pari al tasso d’inflazione ufficiale rilevato dall’Istat nei primi 11 mesi dell’anno), per le pensioni d’importo superiore la rivalutazione sarà progressivamente ridotta (vedi lo schema allegato), passando dal 6,2% delle pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo e il 2,34% delle pensioni più alte, d’importo superiore ai 5.254 euro (10 volte la minima.
Tra le poche novità positive portate dalla Finanziaria l’aumento extra delle pensioni minime. Oltre alla rivalutazione del 7,3%, che ne ha portato l’importo mensile dai 525,38 euro del 2022 all’attuale valore di legge di 563,74 euro, l’articolo 309 della legge di bilancio prevede un incremento extra del 6,4%, per un importo complessivo (nel 2023) di 600 euro mensili.