Epifani: in autunno i lavoratori a Roma
Un governo che continua a negare la crisi ha bisogno di guardarla in faccia per prenderne coscienza. Per questo motivo, mentre con tutta probabilità “in autunno la situazione sarà ancora più pesante”, la Cgil porterà a Roma i lavoratori perché il paese possa vedere “i volti di questa crisi”, mentre un gazebo permanente di fronte a Palazzo Chigi, animato dai delegati delle mille aziende in crisi, sarà una testimonianza che “questo è un paese dove non si danno risposte”. Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, coglie l’occasione del faccia a faccia col numero uno del Partito Democratico, Dario Franceschini, offerta dalla 13° edizione della Cgil incontri “Diritti e Libertà” a Serravalle Pistoiese, per esplicitare la mobilitazione già annunciata all’Assemblea Nazionale della Fiom.
Sollecitato, infatti, da una domanda del moderatore dell’incontro, il direttore del quotidiano ‘La Stampa’,
Da questa consapevolezza, confermata da tutti gli istituti di statistica, nazionali e internazionali, con la sola voce contraria del governo, il segretario generale della Cgil ha mosso le sue critiche all’operato dell’esecutivo. Secondo Epifani, infatti, se si fossero messi in campo “soldi veri” e non “provvedimenti che si autofinanziano”, come l’ultimo decreto varato dal governo, la caduta del PIL sarebbe stata meno pesante. “Si poteva arrivare a meno 3 punti – ha detto – mettendo risorse in due direzioni: la prima, riavviando la domanda interna attraverso un sostegno ai consumi detassando le spese dei lavoratori dipendenti e dei pensionati; l’altra, rendendo ‘flessibile’ il patto di stabilità che vincola i comuni”. Ma un governo che nega la crisi, e i suoi effetti, di conseguenza non si attrezza per affrontarla e “qui sta la critica della Cgil al governo”. Una critica che fa male al governo che, di fatti, soffre di una sorte di “sindrome” per cui quando viene criticato dà la colpa alla Cgil, come accaduto con la sua visita a Napoli. “Ma siamo in democrazia e una critica o un fischio capita a tutti. Non è che c’è qualcuno che è indenne dal diritto di fischio: è la democrazia”, ha chiosato Epifani tra gli applausi della platea.
Ma in un confronto, quello tra il leader della Cgil e quello del Pd, che ha toccato tutti i temi della politica e quelli della crisi, è stata la cronaca a irrompere e, segnatamente, il drammatico incidente di Viareggio. “Un fatto tragico eppure esemplificativo di un mondo senza regole che va corretto”, ha detto Epifani nel sostenere che per quanto si possa parlare di fatalità, questa “è una costante delle cose che accadono ma mai quella che le scatena”.
Viareggio è per questi motivi “una metafora dei nostri tempi, di una globalizzazione non regolarizzata, di un processo di liberalizzazione che per funzionare ha bisogno di regole certe e efficaci”. Ma, nello specifico, per il leader CGIL, anche le Ferrovie dello Stato devono porsi il problema della sicurezza perché una parte dei nostri treni, siano essi merci o per pendolari, “non è degna di un paese civile”. Motivi che hanno portato il segretario generale a proporre “un provvedimento che preveda si rottamino i vecchi treni dei pendolari e anche le vecchie navi in modo che si crei lavoro e anche maggior sicurezza”. Il governo, ha sollecitato in conclusione Epifani, “provi ad avere un’idea su questo”.