Case di riposo: innanzitutto migliorare gli standard di qualità
Con una la sentenza notificata lo scorso 19 settembre, il Consiglio di Stato ha imposto alla Regione di decidere entro 90 giorni se la disponibilità attuale di circa 10.500 posti letto nelle case di riposo sia da ritenersi sufficiente a soddisfare il fabbisogno regionale, e di definire il regolamento con i requisiti minimi per l’eventuale autorizzazione di nuove strutture residenziali per anziani.
Ora, per consentire agli anziani di poter permanere quanto più a lungo possibile nel proprio ambiente familiare e sociale, la risposta ai drammatici problemi ed ai bisogni delle persone non autosufficienti non può essere la casa di riposo, tra l’altro foriera di esclusione ed emarginazione e molto onerosa, sia per le casse pubbliche che per le famiglie. La priorità deve essere invece assegnata allo sviluppo, alla diffusione ed al potenziamento dei servizi territoriali, sanitari, sociosanitari e sociali e a tutte le possibili forme di assistenza domiciliare, come tra l’altro si scrive da molti anni nelle leggi e nei piani regionali.
Siamo perciò convinti che, fatta salva la libera scelta delle persone, occorra invertire la tendenza a ricorrere alle case di riposo, peraltro insostenibile sul versante sociale e finanziario: la casa di riposo deve essere considerata l’ultima opzione, mentre vanno incentivate le altre diverse e possibili modalità assistenziali.
Sulla questione del numero dei posti letto disponibili, i raffronti con le altre realtà territoriali evidenziano che in
Sosteniamo quindi che non c’è bisogno di nuovi posti letto in
Da un lato incentivare la permanenza degli anziani nella propria casa, dall’altro migliorare notevolmente la qualità delle attuali case di riposo: solo così il sistema assistenziale per la terza età potrà essere allo stesso tempo più umano, più efficiente e più sostenibile economicamente.
Segreterie regionali SPI-CGIL, FNP-CISL, UILP-UIL Friuli Venezia Giulia