Case di riposo, del tutto insufficiente l’abbattimento delle rette

L’incremento della quota regionale per l’abbattimento delle rette delle case di riposo, pari a un euro al giorno, è insufficiente e quasi «offensivo» per gli utenti, colpiti da aumenti che arrivano anche a 100 euro al mese. È quanto sostengono le segreterie regionali dei sindacati pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, che denunciano anche l’assenza di criteri che colleghino l’abbattimento delle rette al livello di non autosufficienza e ai redditi degli ospiti.
«Dall’inizio dell’anno – scrivono le segreterie regionali in una nota unitaria – molte case di riposo hanno aumentato le rette anche in misura rilevante, fino a 4 euro al giorno, ma solo ora la Giunta ha deciso di incrementare l’abbattimento, portandolo da 15,60 a 16,60 euro al giorno per le residenze protette e da 12,48 a 13,28 euro per le polifunzionali di tipo A, con decorrenza da gennaio. E’ evidente che l’aumento è insufficiente, ma non basta. A peggiorare il quadro c’è la conferma, almeno per ora, dei contributi generalizzati, con il rinvio di ogni decisione relativa alla quota da collegare alla gravità della non autosufficienza, contrariamente a quanto previsto dalle leggi regionali e agli impegni assunti dall’assessore. I criteri di collegamento con la situazione economica, invece, dovrebbero essere decisi entro il 30 giugno».
L’intervento regionale, quindi, viene giudicato insufficiente sia sul piano economico che su quello normativo. Una doppia lacuna che secondo Cgil-Cisl-Uil impone un netto cambiamento di rotta: «Quanto accaduto – sostengono le segreterie – rende evidente la necessità di avviare rapidamente il processo di riqualificazione delle case di riposo, fermo da oltre un decennio, e di cambiare il sistema dei contributi regionali ai non autosufficienti, ponendo a totale carico della sanità tutti i servizi di assistenza ai non autosufficienti, mentre gli utenti, o in carenza i Comuni, devono essere chiamati a compartecipare, in ragione del proprio reddito, unicamente ai costi di vitto e alloggio. Per questo – concludono i sindacati – ribadiamo l’esigenza di un tavolo di confronto con l’assessore, cosa che sollecitiamo invano da dicembre, e chiediamo di essere ascoltati a breve anche dalla Terza commissione del Consiglio regionale su tutti i temi relativi alla non autosufficienza, a partire nuovo regolamento del Fondo per l’autonomia possibile».