Case di riposo, cambiare il regolamento per potenziare i controlli
«Lasciamo agli inquirenti e alla magistratura il compito di accertare l’esistenza di responsabilità penali. Ma vicende gravi come quella di Farra nascono anche dalle carenze dell’attività ispettiva e sanzionatoria da parte della Regione, cui spetta la regia e il governo dei servizi socio-sanitari, e degli enti pubblici proprietari delle strutture, in questo caso il Comune di Farra».
Questa la dura presa di posizione dei segretari regionali dei sindacati pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, che ribadiscono la richiesta di modificare il regolamento sulle case di riposo, come già rivendicato anche davanti alla Terza Commissione del Consiglio regionale. «Tra le modifiche da apportare ““ spiegano Ezio Medeot (Spi), Renato Pizzolitto (Fnp) e Magda Gruarin (Uilp) ““ un indispensabile rafforzamento dell’attività ispettiva, anche con il coinvolgimento dei sindacati e delle famiglie, e degli standard qualitativi e assistenziali, che vanno potenziati e uniformati sul territorio regionale, non solo in relazione all’innalzamento dell’età media degli utenti ma anche per superare le forti disparità nel livello dei servizi erogati».
È del tutto evidente, per i sindacati, che episodi come quelli che si sarebbero verificati a Farra sono favoriti da una minore presenza di personale sanitario nelle strutture. Un altro problema è costituito dai forti ritardi nei percorsi di formazione dei lavoratori: «Più del 50% del personale operante nelle case di riposo e nei centri diurni della regione risulta privo di qualifica di Oss», dichiarano ancora i segretari regionali, sottolineando lo stretto legame tra gli standard di assistenza e il livello di preparazione dei lavoratori.
I sindacati ribadiscono pertanto la loro contrarietà alla creazione di nuovi posti letto in casa di riposo, previsto da una delibera approvata dalla Giunta la scorsa primavera e fortemente contestata sia dalle sigle confederali che dai pensionati. «L’assoluta priorità , prima di aumentare l’offerta, è migliorare gli standard assistenziali e residenziali nelle strutture esistenti ““ concludono Medeot, Pizzolitto e Gruarin ““ in linea anche con un’impostazione complessiva che continui a guardare al rafforzamento della domiciliarità come l’asse portante delle politiche della Regione nel campo dell’assistenza alle persone anziane e non autosufficienti».