Case di riposo: bene l’aumento dei fondi, ora parta la riqualificazione

«Bene l’aumento dei fondi sull’abbattimento delle rette, ma nel 2010 deve partire anche il processo di riqualificazione delle case di riposo». A chiederlo sono i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, dopo aver preso atto degli 8,6 milioni in più stanziati per abbattere le rette dei 6.800 posti letto per non autosufficienti e dei 2 milioni destinati ai centri diurni.
«Si tratta di un intervento – commentano le segreterie regionali Spi, Fnp e Uilp – che arriva un anno dopo le richieste che avevamo già avanzato all’assessore Kosic e ai capigruppo in sede di discussione della Finanziaria 2009 e di manovra estiva. Con i soli 3 milioni in più stanziati dal Bilancio precedente, che ha portato i fondi regionali da 33 a 36 milioni, non è stato possibile infatti alzare neppure di un centesimo i contributi, fermi a 15,60 euro mensili per utente dal 2006, e gli utenti  hanno dovuto farsi carico per intero dei pesanti rincari, mediamente 75 euro mensili con punte di 180, scattati dal 1° gennaio 2009. Dov’era allora la Lega , che oggi si attribuisce i meriti dell’aumento dei fondi».
Molti restano però i temi irrisolti, sui quali i sindacati dei pensionati lamentano l’assenza di un «reale confronto» con l’assessore. Su tutti quelli relativi al blocco dei posti letto e all’avvio del processo di riqualificazione. «Un processo – dichiarano i sindacati – atteso da oltre dieci anni e che non può essere ulteriormente rinviato. Non vorremmo invece che prevalessero nuovamente gli interessi privati, che puntano all’autorizzazione di nuovi posti piuttosto che alla riqualificazione delle strutture esistenti».
Spi, Fnp e Uilp, «consapevoli che una parte consistente delle nuove risorse saranno assorbite dai nuovi posti letto e dai nuovi rincari che potrebbero scatteranno col 2010», ritengono che solo una parte dei nuovi fondi potrà essere effettivamente destinata all’abbattimento delle rette. Proprio per questo chiedono di definire innanzitutto «quali oneri sanitari e sociosanitari saranno a carico del servizio sanitario regionale in quanto Livelli essenziali di assistenza (Lea) da garantire a tutti». Quanto ai criteri di compartecipazione ai costi, i sindacati chiedono che l’intervento della Regione sia commisurato alla gravità dei casi: «Gli ulteriori fondi stanziati sull’abbattimento delle rette sono risorse importanti che non vanno distribuite a pioggia: è fondamentale quindi che la quota aggiuntiva del contributo regionale sia legata al livello di non autosufficienza. Successivamente sarà necessario avviare un percorso condiviso tra Regione, Comuni e forze sociali per definire nuovi criteri di compartecipazione legati alle condizioni di reddito degli utenti e delle loro famiglie, non solo per le case di riposo ma anche per i Centri diurni e i servizi domiciliari».