Arretrati e rivalutazioni, in Fvg attesa per 130mila pensionati
Da 120.000 a 130.000 persone. Questa la platea potenziale di pensionati del Friuli Venezia
Giulia che attendono la restituzione della mancata rivalutazione nel biennio 2012-2013. A
fornire il numero, che tiene conto anche di circa 6.000 trattamenti già
parzialmente rivalutati negli anni in questione, è Ezio Medeot, segretario
regionale dello Spi del Friuli Venezia Giulia, ricordando che i dati da
prendere a riferimento non sono gli importi dei singoli trattamenti pensionistici,
ma i redditi da pensione dei circa 370mila pensionati titolari di trattamenti
complessivi di importo compreso tra 3 e 6 volte quello della pensione minima
(oggi circa 500 euro lordi mensili, ma 470 euro nel 2012 e 485 nel 2013).
RESTITUZIONE PARZIALE. Quanto agli importi degli
arretrati, le anticipazioni fornire ieri dal presidente del Consiglio Renzi e
dal ministro dell’economia Padoan non consentono di comprendere nel dettaglio
quali siano i criteri applicati. «Ciò che è certo ““ spiega Medeot ““ è che gli
arretrati e soprattutto la rivalutazione degli assegni annunciati dal Governo
saranno sensibilmente inferiori a quanto maturato dai pensionati. Quello di
agosto, presentato come un bonus, è in realtà un risarcimento parziale, con
percentuali di restituzione che sembrano assestarsi sull’80% nella fascia 1.500-2.000
euro, per scendere al 55% nella fascia 2.000-2.500 euro e al 40% tra i 2.500 e
i 3.000 euro».
AUMENTI NEGATI. L’altra questione, come detto,
riguarda l’entità e i tempi di
adeguamento degli assegni, che vanno ricalcolati tenendo conto della
rivalutazione perduta. Nel 2012 e nel 2013, infatti, il tasso di inflazione
ufficiale è stato rispettivamente del 2,6 e del 3%, e in base alle fasce di
perequazione vigenti prima del blocco gli scatti negati sono stati consistenti.
«Applicando retroattivamente i criteri reintrodotti nel 2014 ““ rimarca ancora
il segretario regionale dello Spi ““ il riallineamento da riconoscere
dall’inizio di quest’anno sarebbe di circa 80 euro mensili lordi, circa 60
netti, per una pensione di 1.750 euro lordi. Il Governo, invece, ha parlato di
15 euro netti mensili, importo che andrà a scalare progressivamente a 8 e 5
euro per le pensioni più alte. È evidente, pertanto, che su questo versante
siamo di fronte a un’ipotesi di rivalutazione poco più che simbolica.
Attendiamo quindi un indispensabile confronto di merito con il Governo per
comprendere meglio come verrà tutelato il potere di acquisto dei pensionati sia
rispetto alle rivalutazioni pregresse sia a partire dal 2016, oltre che per
ridiscutere l’intero impianto di una riforma, la legge Fornero, che ha
gravemente penalizzato pensionati e lavoratori».
I NUMERI. Nelle anticipazioni di ieri, gli importi
indicati hanno preso a riferimento le tre fasce interessate (in misura diversa)
dagli arretrati e dal riallineamento degli importi. Gli interessati in Fvg, in
base ai dati del casellario centrale Inps sono rispettivamente tra 71 e 73.000
mila nella fascia 3-4 volte la minima (1.400-1.900 euro lordi nel biennio
2012-2013), 41mila nello scaglione immediatamente superiore (1.900-2.400 euro)
e dai 17mila ai 20mila nella fascia 2.400-2.900 euro, l’ultima interessata dal
provvedimento del Governo, che ha invece escluso i trattamenti superiori a 6
volte l’importo minimo (oltre i 2.900 euro). Nella tabella, oltre al numero
degli interessati, sono indicati anche
gli importi degli arretrati e degli aumenti negati, raffrontati a quelli delle
misure risarcitorie previste dal Governo.