Ridurre le imposte locali, a Pordenone parte l’offensiva dei pensionati
Esentare dall’addizionale comunale Irpef tutti i redditi fino a 15.000 euro. Graduare ai livelli di reddito l’applicazione delle imposte locali e la compartecipazione degli utenti al costo dei servizi. Avviare anche a livello locale la lotta all’evasione fiscale e contributiva. Queste, in estrema sintesi, le richieste che le segreterie provinciali dei sindacati pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil avanzano nei confronti delle amministrazioni comunali della provincia di Pordenone: «Per far fronte ai nuovi bisogni generati dalla crisi – sostengono Ezio Vendruscolo (Spi), Giovanni Santin (Fnp) e Pierantonio Amadio (Uilp) – la priorità deve andare alle risposte alle situazioni di povertà e di disagio, alla tutela dei redditi più bassi e a garantire l’accessibilità dei cittadini al welfare locale».
Consci delle difficoltà determinate dal taglio dei trasferimenti ai Comuni, i sindacati considerano indispensabile confermare e rafforzare l’attuale rete dei servizi garantiti sul territorio, anche per far fronte alla caduta dei redditi da lavoro e da pensione. «Già penalizzati da una ridotta o addirittura mancata rivalutazione rispetto all’inflazione – sostengono ancora i pensionati – i redditi da pensione e da lavoro dipendente dovranno subito fare i conti con l’aumento delle imposte locali, a partire dall’addizionale Irpef sui redditi 2011, che crescerà del 37%, senza esenzioni per i redditi più bassi e senza alcuna progressività».
Da qui la richiesta di «esentare dall’addizionale comunale i redditi fino a 15.000 euro, prevedendo ulteriori quote di esenzione per i familiari a carico, e di rendere progressivo il prelievo sulle fasce superiori». Rivendicate inoltre fasce di esenzione dalla tassa rifiuti, l’esclusione di ogni rincaro delle rette e delle tariffe locali, prevedendo inoltre che la compartecipazione dei cittadini ai costi dei servizi sociali sia calcolata in base all’Isee familiare, e l’avvio di un confronto sull’applicazione dell’Imu, con particolare riferimento alle aliquote sulla prima casa e alle detrazioni, da commisurare alla reale capacità economica delle famiglie. Questi i grandi temi sui quali i sindacati dei pensionati sollecitano l’avvio di una vera e propria contrattazione territoriale, con l’intento di arrivare alle necessarie intese «prima delle decisioni su rette, imposte e tariffe locali per il 2012 e della definizione dei bilanci preventivi».
Sollecitata poi la stipula di veri e propri patti per la legalità, che impegnino gli enti locali a sottoscrivere l’apposito protocollo d’intesa con l’Agenzia delle Entrate sulla lotta all’evasione fiscale e contributiva e il contrasto all’indebita fruizione di benefici sociali: «Un’azione – spiegano le segreterie – già intrapresa da alcuni comuni, ai quali va il nostro plauso, e che può contribuire non solo a una maggiore giustizia sociale, ma anche a dare ossigeno alle casse comunali con le imposte recuperate». Altre importanti risorse, secondo Spi, Fnp e Uilp, possono essere recuperate «rafforzando la rete dei servizi domiciliari rivolta ad anziani e non autosufficienti, notoriamente meno costosi delle case di riposo, e realizzando tutte le intese e le sinergie possibili atte a razionalizzare e ridurre i costi di gestione dei servizi sul territorio, per rispondere in modo più efficiente alla crescente domanda di tutela che viene dalle fasce più deboli».