Treu: «Rivalutazione delle pensioni, ulteriori tagli sarebbero inaccettabili»
«L’ipotesi di ulteriori tagli alla rivalutazione delle pensioni che trapela dal Governo Meloni è semplicemente inaccettabile. Tanto più dopo una Finanziaria nazionale che è già intervenuta, varando un meccanismo fortemente penalizzante per l’adeguamento delle pensioni all’inflazione nel biennio 2023-2024. Un taglio che costa ai pensionati, con effetto permanente, oltre 3,5 miliardi e mezzo l’anno». È quanto dichiara il segretario generale del Sindacato pensionati Cgil del Friuli Venezia Giulia Roberto Treu, annunciando un’intensificazione delle azioni di mobilitazione e di lotta da parte dello Spi.
«Il meccanismo di indicizzazione ““ spiega Treu ““ rappresenta l’unica difesa del potere di acquisto dei pensionati: ridurre la rivalutazione provoca una perdita del potere d’acquisto che ha effetti permanenti nel tempo e intacca un meccanismo di diritto, un patto tra il contribuente e lo Stato. È inaccettabile che vengano colpite le pensioni di chi, lavorando, ha sempre pagato i contributi previdenziali: il Governo vuole continuare a fare cassa con i soldi dei più deboli, i pensionati, per finanziare la riduzione della flat-tax a favore di categorie dove si riscontra il più alto tasso di evasione fiscale e contributiva. Scelte, queste, aggravate dalle prospettive di ulteriori tagli alla sanità pubblica e alla scuola, che avrebbero invece urgente bisogno di investimenti straordinari per riparare allo stato di crisi in cui versano. Davanti a politiche come queste le iniziative di mobilitazione dello Spi e di tutta la Cgil non potremmo che essere confermate e rafforzate, a partire dalla grande manifestazione nazionale già indetta per il 7 ottobre a Roma».
Tra le priorità al centro della mobilitazione «l’obiettivo di una vera riforma del fisco e della previdenza, capace di tutelare i redditi e il potere di acquisto dei lavoratori e dei pensionati, che va difeso anche attraverso adeguate misure di contrasto ai rincari dei beni di prima necessità , dei costi energetici, dei mutui e delle spese sanitarie: l’esatto contrario ““ conclude Treu ““ di quanto sta facendo il Governo».