«Politiche degli anziani, più risorse all’assistenza domiciliare»
Potenziare l’offerta di servizi pubblici di assistenza domiciliare,
in linea con l’obiettivo, previsto dal Pnrr, di arrivare a prendere
in carico almeno il 10% della popolazione over 65. È una delle
principali richieste che lanciano alla Regione i sindacati dei
pensionati di Cgil, Uil e del coordinamento pensionati del lavoro
autonomo, Capla (espressione di Coldiretti, Confcommercio, Fipac
Confesercenti, Cia, Confartigianato, Cna, Anpa), in un documento
unitario siglato oggi a Udine da Roberto Treu (Spi-Cgil), Magda
Gruarin (Uilp-Uil), Sergio Cozzarini, Pierino Chiandussi e Maria
Zanin (Capla), frutto di un’importante intesa sulle politiche
sociosanitari e per gli anziani, espressione di sigle che
rappresentano in regione circa 150mila pensionati.
in linea con l’obiettivo, previsto dal Pnrr, di arrivare a prendere
in carico almeno il 10% della popolazione over 65. È una delle
principali richieste che lanciano alla Regione i sindacati dei
pensionati di Cgil, Uil e del coordinamento pensionati del lavoro
autonomo, Capla (espressione di Coldiretti, Confcommercio, Fipac
Confesercenti, Cia, Confartigianato, Cna, Anpa), in un documento
unitario siglato oggi a Udine da Roberto Treu (Spi-Cgil), Magda
Gruarin (Uilp-Uil), Sergio Cozzarini, Pierino Chiandussi e Maria
Zanin (Capla), frutto di un’importante intesa sulle politiche
sociosanitari e per gli anziani, espressione di sigle che
rappresentano in regione circa 150mila pensionati.
«Alla luce delle
criticità che la pandemia ha evidenziato ““ si legge nel documento
““ le strategie in campo socio-sanitario dovrebbero essere
indirizzate a mantenere il più possibile l’anziano nel proprio
domicilio». Da qui la richiesta di privilegiare l’assistenza
domiciliare e lo sviluppo di modalità abitative innovative
(cohousing, gruppi appartamento, abitare possibile, ecc.) rispetto al
ricorso alla casa di riposo, che dovrebbe avvenire «solo a fronte
della reale impossibilità di mantenere l’anziano al proprio
domicilio o in strutture abitative leggere». È sempre in
quest’ottica che i sindacati chiedono di «evitare le presenze in
case di riposo di persone auto sufficienti» e di «dare priorità ,
nel caso in cui si renda necessario l’incremento dei posti letto in
casa di riposo, attualmente poco meno di 11mila, alla realizzazione
di strutture pubbliche piuttosto che private».
criticità che la pandemia ha evidenziato ““ si legge nel documento
““ le strategie in campo socio-sanitario dovrebbero essere
indirizzate a mantenere il più possibile l’anziano nel proprio
domicilio». Da qui la richiesta di privilegiare l’assistenza
domiciliare e lo sviluppo di modalità abitative innovative
(cohousing, gruppi appartamento, abitare possibile, ecc.) rispetto al
ricorso alla casa di riposo, che dovrebbe avvenire «solo a fronte
della reale impossibilità di mantenere l’anziano al proprio
domicilio o in strutture abitative leggere». È sempre in
quest’ottica che i sindacati chiedono di «evitare le presenze in
case di riposo di persone auto sufficienti» e di «dare priorità ,
nel caso in cui si renda necessario l’incremento dei posti letto in
casa di riposo, attualmente poco meno di 11mila, alla realizzazione
di strutture pubbliche piuttosto che private».
Sempre in tema di
case di riposo, si chiede di rivedere il sistema tariffario vigente,
«riducendo fino a un tetto massimo del 50% la quota di
compartecipazione degli utenti e garantendo nel contempo la gestione
diretta dei servizi sociosanitari pubblici anche nelle case di riposo
private». In attesa di poter leggere la bozza di accreditamentodel
le case di riposo i sindacati ribadiscono l’importanza, anche alla
luce di quanto accaduto con il covid-19 nelle strutture residenziali
per anziani, di «assicurare la presenza in ogni struttura di camere
con uno o al massimo due utenti e servizi annessi, camere e spazi per
eventuali isolamenti e percorsi dedicati». I sindacati attendono la
definizione di nuovi standard qualitativi e quantitativi, necessari
per migliorare la qualità assistenziale e residenziale e una più
stretta vigilanza sulle attività delle case di riposo e sulla
corretta applicazione dei contratti al personale, anche attraverso
l’istituzione di commissioni territoriali di verifica partecipate
dal sindacato.
case di riposo, si chiede di rivedere il sistema tariffario vigente,
«riducendo fino a un tetto massimo del 50% la quota di
compartecipazione degli utenti e garantendo nel contempo la gestione
diretta dei servizi sociosanitari pubblici anche nelle case di riposo
private». In attesa di poter leggere la bozza di accreditamentodel
le case di riposo i sindacati ribadiscono l’importanza, anche alla
luce di quanto accaduto con il covid-19 nelle strutture residenziali
per anziani, di «assicurare la presenza in ogni struttura di camere
con uno o al massimo due utenti e servizi annessi, camere e spazi per
eventuali isolamenti e percorsi dedicati». I sindacati attendono la
definizione di nuovi standard qualitativi e quantitativi, necessari
per migliorare la qualità assistenziale e residenziale e una più
stretta vigilanza sulle attività delle case di riposo e sulla
corretta applicazione dei contratti al personale, anche attraverso
l’istituzione di commissioni territoriali di verifica partecipate
dal sindacato.
Se l’assistenza
agli anziani è l’asse portante, il documento dedica grande
attenzione anche al tema più ampio delle politiche socio-sanitarie.
I sindacati, su questo versante, si dimostrano preoccupati
sull’ipotesi di un ricorso al voucher per l’accesso ai servizi
socio-assistenziali, «poiché va fermata e invertita ““ si legge ““
la tendenza ad appaltare al privato l’assistenza sociale, e anche
sanitaria, della popolazione anziana e delle persone fragili». Anche
alla luce delle dinamiche demografiche in atto, pertanto, i sindacati
credono necessario «un incremento programmato dei servizi pubblici
e, conseguentemente, delle previsioni di spesa, con il coinvolgimento
degli enti locali per un rafforzamento dell’integrazione tra i
servizi sanitari e sociali» Sollecitata infine
una strategia di rafforzamento dei servizi sanitari sul territorio,
dai servizi di prevenzione ai centri diurni, dai distretti agli
infermieri di comunità , dalle case della salute al rafforzamento
della telemedicina, individuando inoltre misure urgenti per
incrementare il numero e le aggregazioni di medici di base.
agli anziani è l’asse portante, il documento dedica grande
attenzione anche al tema più ampio delle politiche socio-sanitarie.
I sindacati, su questo versante, si dimostrano preoccupati
sull’ipotesi di un ricorso al voucher per l’accesso ai servizi
socio-assistenziali, «poiché va fermata e invertita ““ si legge ““
la tendenza ad appaltare al privato l’assistenza sociale, e anche
sanitaria, della popolazione anziana e delle persone fragili». Anche
alla luce delle dinamiche demografiche in atto, pertanto, i sindacati
credono necessario «un incremento programmato dei servizi pubblici
e, conseguentemente, delle previsioni di spesa, con il coinvolgimento
degli enti locali per un rafforzamento dell’integrazione tra i
servizi sanitari e sociali» Sollecitata infine
una strategia di rafforzamento dei servizi sanitari sul territorio,
dai servizi di prevenzione ai centri diurni, dai distretti agli
infermieri di comunità , dalle case della salute al rafforzamento
della telemedicina, individuando inoltre misure urgenti per
incrementare il numero e le aggregazioni di medici di base.
Più in generale, i
sindacati dei pensionati puntano a un confronto strutturale con
l’assessorato alla Salute e alle Politiche sociali, attraverso la
creazione di un Osservatorio per «permettere uno scambio puntuale di
dati e informazioni su case di riposo, assistenza, vaccinazioni e
sugli altri temi chiave in materia di politiche sociosanitarie ».
Questo con l’obiettivo finale di pianificare «attraverso una
definizione precisa gli interventi necessari, i tempi di attuazione e
contestualmente per individuare le risorse necessarie».
sindacati dei pensionati puntano a un confronto strutturale con
l’assessorato alla Salute e alle Politiche sociali, attraverso la
creazione di un Osservatorio per «permettere uno scambio puntuale di
dati e informazioni su case di riposo, assistenza, vaccinazioni e
sugli altri temi chiave in materia di politiche sociosanitarie ».
Questo con l’obiettivo finale di pianificare «attraverso una
definizione precisa gli interventi necessari, i tempi di attuazione e
contestualmente per individuare le risorse necessarie».