«Insieme al personale». Lo Spi Pordenone a sostegno della sanità pubblica e di chi ci lavora
«Insieme a tutto il personale che opera nella sanità e nel sociale in prima linea contro il Covid, per il diritto alla salute di tutti». È lo slogan che compare nelle centinaia di manifesti affissi in tutto il pordenonese ed in decine di migliaia di volantini diffusi che mettono in fila anche alcune proposte del Sindacato pensionati Cgil per qualificare l’organizzazione della sanità sul territorio della Destra Tagliamento. «Un’iniziativa voluta dallo Spi-Cgil ““ spiega la segretaria provinciale Giuliana Pigozzo ““ a sostegno dello straordinario lavoro che stanno assicurando da più di un anno migliaia di operatori sociali e sanitari. Un impegno che al di là delle parole e degli slogan non è tuttora tenuto nella giusta considerazione, quando invece sarebbe necessaria da un lato la massima attenzione, in primis in termini di scelte politiche e di investimenti sul personale sanitario, dall’altro una solidarietà concreta e un grande lavoro di squadra da parte di tutti, istituzioni e cittadini, per uscire dalla pandemia e costruire un futuro nel quale la protezione sociale si dimostri effettivamente la massima priorità per il nostro territorio, la Regione e per tutto il Paese».
Le difficoltà che tuttora stiamo attraversando nella gestione di questa seconda ondata, secondo lo Spi, «impongono di recuperare i troppi ritardi e le carenze nella gestione della sanità che si sono sommati negli anni e che hanno penalizzato i più deboli, a partire dagli anziani». Carenze, rimarca Pigozzo, che il sindacato denuncia da tempo, e che sono state messe inesorabilmente a nudo dalla pandemia. «Troppo spesso la memoria è corta ““ denuncia ancora la segretaria provinciale dello Spi ““ ma prima del Covid c’era chi riteneva che l’impiego di risorse nella sanità pubblica fosse uno spreco e che bastasse fare ricorso alle privatizzazioni per rendere più efficiente e sostenibile il sistema. È così che si sono bloccate migliaia di assunzioni e arrestati i progetti di qualificazione dell’intero sistema sociale e sanitario. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e hanno precise responsabilità che vanno rese visibili».
Ma nuovi errori di approccio, secondo lo Spi, stanno segnando anche le polemiche di questi giorni sul nuovo ospedale di Pordenone. «Si continua a non capire ““ prosegue Pigozzo ““ che quando si parla di salute le persone guardano alla qualità dei professionisti, all’efficacia della prevenzione, alle risposte su tutto il percorso di presa in carico, cura e riabilitazione. Non a caso cresce il peso della cosiddetta mobilità interregionale, un processo legato sì alla qualità delle strutture, ma anche, e soprattutto, alle dotazioni di medici, infermieri e tecnici, che sono la prima condizione per garantire una risposta sociale e sanitaria all’altezza. Proprio per questo, piuttosto che polemizzare sulle strutture, ci si impegni concretamente per curare una volta per tutte la piaga dei tempi di attesa di tanti servizi e prestazioni, riorganizzando e rafforzando il sistema socio-sanitario pubblico e senza appaltarlo al privato». Questo obiettivo, per i pensionati Cgil, «va perseguito innanzitutto potenziando la prevenzione, che è anche il piano vaccinale, l’assistenza territoriale e la rete dei medici di base, perché la sanità non è fatta solo di ospedali». Ospedali «che vanno comunque messi in sicurezza ““ rimarca Pigozzo ““ finanziando un piano straordinario di investimenti distribuito in modo equo tra i territori, anche attingendo alle risorse europee, e tenendo conto delle esigenze legate ai processi demografici, con popolazione anziana che a livello regionale sarà tra dieci anni più del 30% del totale». Queste le principali proposte in tema di sanità che lo Spi Cgil “consegna” alle forze politiche con la sua campagna, «con l’auspicio di trovare più attenzione ai problemi concreti e meno ricerca di una visibilità autoreferenziale e fine a se stessa».