La fotografia di un fallimento
I dati dell’Osservatorio
nazionale sulla salute conferma il disastro della gestione
dell’epidemia nel Friuli Venezia Giulia, seconda tra le regioni italiane
per percentuale dei decessi e tra le primissime per impatto complessivo
della seconda ondata in termini anche di contagi e di ricoveri.
nazionale sulla salute conferma il disastro della gestione
dell’epidemia nel Friuli Venezia Giulia, seconda tra le regioni italiane
per percentuale dei decessi e tra le primissime per impatto complessivo
della seconda ondata in termini anche di contagi e di ricoveri.
Questi tremendi
risultati sono frutto di carenze organizzative, ritardi nel comprendere
la gravità dell’emergenza, deficit nei sistemi di tracciamento e altre
lacune che il sindacato da tempo denuncia. Il triste primato fa piazza
pulita della narrazione dell’assessore Riccardi, tesa a dare l’immagine
di una gestione virtuosa della sanità regionale, che si vuol far credere
di eccellenza, quando invece i risultati reali testimoniano in maniera
incontrovertibile l’opposto.
risultati sono frutto di carenze organizzative, ritardi nel comprendere
la gravità dell’emergenza, deficit nei sistemi di tracciamento e altre
lacune che il sindacato da tempo denuncia. Il triste primato fa piazza
pulita della narrazione dell’assessore Riccardi, tesa a dare l’immagine
di una gestione virtuosa della sanità regionale, che si vuol far credere
di eccellenza, quando invece i risultati reali testimoniano in maniera
incontrovertibile l’opposto.
È vero che la
gestione di questa pandemia è estremamente complessa, ma non si può
evitare di denunciare nuovamente gli errori e la disorganizzazione con
cui la Giunta regionale ha affrontato questa seconda ondata, che solo
grazie all’abnegazione e alla professionalità degli operatori sanitari
non è diventata ancora più drammatica. I ritardi nelle assunzioni, il
mancato potenziamento delle strutture territoriali, la mancata
predisposizione di aree dedicate per gli anziani contagiati nelle case
di riposo, l’improvvisazione di misure organizzative sono criticità
sulle quali avevamo per tempo sollevato la necessità di porre rimedio.
Purtroppo siamo rimasti inascoltati e l’assessore alla salute ha
preferito isolarsi in una gestione autoreferenziale e chiusa a ogni
suggerimento propositivo. Ne fanno fede il mancato rispetto
degli impegni presi con le organizzazioni sindacali e il rifiuto di un
vero confronto costruttivo, prove di un mancato ascolto delle testimonianze e delle proposte di chi ogni giorno opera sul campo, in prima linea.
gestione di questa pandemia è estremamente complessa, ma non si può
evitare di denunciare nuovamente gli errori e la disorganizzazione con
cui la Giunta regionale ha affrontato questa seconda ondata, che solo
grazie all’abnegazione e alla professionalità degli operatori sanitari
non è diventata ancora più drammatica. I ritardi nelle assunzioni, il
mancato potenziamento delle strutture territoriali, la mancata
predisposizione di aree dedicate per gli anziani contagiati nelle case
di riposo, l’improvvisazione di misure organizzative sono criticità
sulle quali avevamo per tempo sollevato la necessità di porre rimedio.
Purtroppo siamo rimasti inascoltati e l’assessore alla salute ha
preferito isolarsi in una gestione autoreferenziale e chiusa a ogni
suggerimento propositivo. Ne fanno fede il mancato rispetto
degli impegni presi con le organizzazioni sindacali e il rifiuto di un
vero confronto costruttivo, prove di un mancato ascolto delle testimonianze e delle proposte di chi ogni giorno opera sul campo, in prima linea.
E proprio la gravità
della situazione che richiede un contributo collettivo e propositivo, a
cominciare dalla ripresa di un serio e costruttivo confronto con le
organizzazioni sindacali, per uno sforzo unitario, scevro da pregiudizi,
che consenta finalmente di affrontare al meglio questa crisi sanitaria e
i suoi riflessi sull’economia e sull’occupazione.
della situazione che richiede un contributo collettivo e propositivo, a
cominciare dalla ripresa di un serio e costruttivo confronto con le
organizzazioni sindacali, per uno sforzo unitario, scevro da pregiudizi,
che consenta finalmente di affrontare al meglio questa crisi sanitaria e
i suoi riflessi sull’economia e sull’occupazione.
Roberto Treu
Segretario generale Spi Cgil Fvg