Emergenza case di riposo, ritardi e contraddizioni hanno portato il sistema al caos
La disposizione dell’Asugi sul mantenimento degli anziani positivi nelle case di riposo ricalca le scelte regionali che in occasione della prima ondata hanno favorito il dilagare del virus nelle strutture per anziani, con centinaia di contagiati e decine di morti nell’area giuliana. Il passato sembra non aver insegnato nulla e si stanno riproponendo situazioni inaccettabili, a causa di una gestione improvvisata, causata dai ritardi nella preparazione, in estate, di strutture e personale a una seconda ondata che era ampiamente prevista. Dopo l’imbarazzante vicenda del traghetto, e a fronte della riconosciuta esigenza di attrezzare strutture apposite, nulla si è fatto per tempo, salvo poi correre affannosamente alla ricerca di spazi esterni per l’isolamento.
Chiaro che le case di riposo sono nuovamente diventate il fronte più difficile di un sistema in crisi e a rischio di tilt. Lo provano il caos e i tempi lunghi dei tamponi e dei loro esiti, i ritardi sui tracciamenti, la grave carenza di continuità assistenziale e sanitaria. Le mancate assunzioni del personale, il ritardo con cui nel ricorso alle risorse per il personale già liberate nel decreto Calabria dello scorso anno, l’insufficiente utilizzo delle risorse aggiuntive previste dai vari decreti governativi per far fronte all’emergenza sanitaria, l’inadeguatezza dei piani pandemici varati dalla Regione, testimoniano di errori, sottovalutazioni, mancanza di programmazione.
A tutto ciò si aggiungono gli effetti sulle liste di attesa, che aggravano le condizioni di molte persone affette da patologie diverse dal Covid. In tutta questa situazione, l’impegno straordinario ed eccezionale di molti operatori sanitari e dei servizi tenta di arginare queste difficoltà . Se è vero che nessuno può negare la portata straordinariamente difficile di questa pandemia, una maggior capacità di gestione era ed è necessaria. E appare evidente che su questi errori ha inciso anche il richiudersi delle Regione e del sistema sanitario in una gestione autoreferenziale, incapace di promuovere e valorizzare il contributo propositivo degli operatori e delle forze sociali per assumere da subito decisioni adeguate, che tenessero conto anche delle proposte avanzate dalle parti in causa, sindacato in primis.
Indispensabile, per invertire questa tendenza, una piena assunzione di consapevolezza e di responsabilità , che, tenendo conto di una curva dei contagi ancora in evidente e allarmante ascesa, ponga fine a inutili diatribe sul colore assegnato al Fvg e, per operare con l’unico obiettivo di limitare i contagi e garantire la tenuta del nostro sistema sanitario e assistenziale. Finalmente, anche se tardivamente, è stato aperto un confronto con le parti sociali, e il sindacato è pronto a fare pienamente la sua parte per contribuire a mettere in campo risposte finalmente adeguate alla portata dell’emergenza in corso.
Roberto Treu
Segretario generale Spi Cgil Fvg