Gabriella Brugnolo, la combattente col sorriso
Se n’è andata sabato 18 aprile tra le mura di casa sua, a Latisana, uccisa da una malattia della cui gravità , da ex infermiera, era consapevole da tempo. Una consapevolezza che però non è mai stata resa di fronte a una vita che Gabriella Brugnolo ha voluto vivere fino all’ultimo con combattività , generosità e con il sorriso. «Fermiamolo insieme», si legge ancora sulla prima pagina del suo profilo Facebook, specchio di un impegno sempre teso agli altri piuttosto che all’interesse personale, si trattasse di battaglie civili, sanità , il settore dove aveva lavorato per trent’anni, fino a diventare caposala del pronto soccorso di Latisana, di sindacato, nel quale aveva militato prima da lavoratrice e poi da pensionata, arrivando fino alla segreteria provinciale dello Spi-Cgil di Udine (nel 2014) e all’assemblea generale della Cgil nazionale (nel 2018).
«Una persona combattiva, dinamica, schietta. Per nulla spaventata dal peso delle opinioni e delle responsabilità ». Daniela Vivarelli, che la volle con sé in segreteria provinciale a Udine nel 2014, la ricorda così. «La conobbi solo nel 2014 in un congresso di lega a Carlino: fu forse l’unica donna a salire sul palco degli oratori, e la sua determinazione mi colpì subito, tanto che poche settimane dopo le proposi di entrare in segreteria». Una segreteria dove Gabriella ha portato il suo entusiasmo e il suo dinamismo, guadagnandosi fiducia, incarichi, una crescente stima dentro e fuori lo Spi, fino ad assumere la guida del coordinamento donne provinciale e della lega di Latisana e San Giorgio. Con lei al timone, e grazie al suo lavoro, lo Spi ha inaugurato la nuova sede a Latisana e chiuso il percorso di unificazione delle leghe del Basso Friuli.
Concreta e dinamica, Gabriella ha messo la sua passione e la conoscenza del territorio al servizio dell”˜organizzazione e del radicamento del sindacato pensionati nella Bassa. Senza dimenticare però l’altra dimensione, quella dell’impegno politico: è stata lei, in particolare, a dare il la alla partecipazione dello Spi regionale ai campi della legalità , lo straordinario progetto che ogni estate fa lavorare fianco a fianco pensionati e studenti nelle realtà costruite sui terreni confiscate alla mafia e alla criminalità organizzata. Per ben due volte Gabriella è stata la capocordata dei soggiorni di lavoro dello Spi di Latisana e San Giorgio, la seconda assieme ai compagni dell’Alto Friuli, a Casapesenna, in provincia di Caserta. «Non è un caso ““ racconta ancora Vivarelli ““ se tra i primi messaggi di cordoglio che ci sono arrivati per la scomparsa di Gabriella ci sia stato quello di Daniella Cappelli, che del progetto sui campi della legalità è la responsabile nazionale Spi».
Quando si trattava di battaglie civili, del resto, Gabriella era la prima a schiacciare il piede sull’acceleratore. A confermarlo anche il convegno sul disegno di legge Pillon che Gabriella contribuì a organizzare lo scorso anno a Tricesimo, in occasione dell’8 marzo, o la tenacia con cui, senza timore di assumere anche posizioni scomode all’interno della Cgil provinciale, sostenne il ritorno del reparto maternità all’ospedale di Latisana. Le responsabilità , come detto, non la spaventavano e Gabriella ne dette prova fin da giovanissima, con la scelta di crescere una figlia, la sua primogenita Jessica, da ragazza madre. Ma tante sono state anche le soddisfazioni: un lavoro che amava, il matrimonio con il suo Bertino, scomparso nel 2005, il secondo figlio, Enrico, i due adorati nipoti, Anna e Francesco, il sindacato.
A rendere più amare le lacrime per Gabriella, oggi, la tristezza di non averle neppure potuto dare l’ultimo saluto. Ma ci sarà sicuramente il modo, una volta finita questa maledetta stagione segnata dalla malattia, dalle morti e dal coprifuoco, per ricordarla e per esprimere il nostro cordoglio alla sua famiglia.