Controllo pensioni e diritti inespressi: anche lo Spi Trieste lancia il suo progetto
«Progetto diritti inespressi”: si chiama così il servizio dello Spi Cgil di Trieste, presentato ieri dalla segreteria provinciale composta da Adriano Sincovich, Elio Gurtner ed Eugenia Sardo, che in sintonia con lo Spi nazionale ha dato vita a un servizio di assistenza per tutti i pensionati per il controllo della loro pensione e per far emergere errori nell’erogazione. Pensionati che possono beneficiare in molti casi di una ricostituzione della pensione. Dopo una prima fase di rodaggio, infatti, anche a Trieste si parla di una percentuale tra il 10 e il 20% di situazioni che hanno potuto beneficiare di prestazioni aggiuntive, arredati e aumenti mensili. Purtroppo alcuni cittadini ignorano l’esistenza di diritti di cui potrebbero godere. Attraverso le dieci sedi zonali Spi e quella provinciale, viene svolta un’attenta verifica tecnica per poi eventualmente attivare il patronato e preparare una pratica per l’Inps. Il servizio, che in primis sarà rivolto agli iscritti e poi anche ai non iscritti, si rivolge per ora al target di coloro che hanno una pensione tra i 500 e i 1000 euro mensili. Ma poi, considerate le situazioni, potrà venire ampliato.
Sotto questo aspetto, lo Spi riserverà un particolare focus alla situazione della cosiddetta quattordicesima. Ci sono infatti varie segnalazioni di aventi diritto che non hanno ricevuto quanto previsto. «Si tratta di una situazione grave e politicamente inaccettabile – ha detto Sincovich – Pare che il tutto sia dovuto al fatto che l’Inps non conosce i reddito delle persone. Quindi siamo al punto che chi non ha avuto quanto gli spettava, dovrà fare richiesta con un atto ricostituivo della pensione. C’è dunque un malfunzionamento dell’erogazione su cui faremo particolare attenzione. L’Inps è di fronte a un impoverimento strutturale e di carenza di organico, a fronte di una maggiore complessità di normative. Tutto questo finisce per pagarlo il cittadino».
Ritornando al discorso sui controlli, «Si tratta di una verifica – ha spiegato Gurtner – sulle maggiorazioni sociali che devono comparire in ragione di precisi criteri di età e di reddito. Come ad esempio la mensilità aggiuntiva, ma anche assegno familiare e di nucleo. E c’è già un notevole numero di casi in cui si può procedere alla ricostituzione della pensione. Il tutto grazie al ruolo di intermediazione dello Spi».
«Ricordiamo, a proposito di basse pensioni – ha detto infine Eugenia Sardo – la situazione di tante donne. In questi casi le sacche di povertà sono ancora più ampie, ricordando poi l’ulteriore difficoltà delle procedure online, che sono non accessibili a tutti e particolarmente difficoltose per gli anziani».