Un patto per il rilancio del Friuli: ecco le proposte di Cgil-Cisl-Uil Udine ai sindaci
«La nostra proposta di un patto tra le parti sociali e le amministrazioni locali ““ si legge nella premessa del documento ““ si pone l’obiettivo di proteggere le categorie sociali più disagiate attraverso scelte adeguate sui servizi e sugli interventi sociali, a partire da quelli orientati verso i minori, le famiglie e gli anziani. La crisi ancora in atto ““ aggiungono i sindacati ““ rende ancor più indispensabile la piena condivisione delle scelte, al fine di garantire l’attuale livello dei servizi erogati e, laddove possibile, di migliorarli, anche in funzione delle importanti riforme approvate sulla sanità e sul riordino degli enti locali, oltre che dell’applicazione della legge sull’invecchiamento attivo».
Da questa premessa di fondo discendono le richieste specifiche che i sindacati avanzano argomento per argomento: a partire da welfare e fisco locale, ma senza trascurare temi altrettanto fondamentali come le politiche per la casa e soprattutto quelle per il lavoro. «Perché senza un deciso recupero dell’occupazione la sfida di rinnovare e difendere il nostro sistema di porotezione sociale sarebbe persa in partenza», rimarcano Cgil, Cisl, Uil, non senza esprimere preoccupazione per i proble mi che stanno segnando l’avvio delle Uti. «Uti ““ si legge nel documento ““ cui spetterà il compito di programmare scelte strategiche nella gestione dei servizi socio-assistenziali, attingendo anche alla positiva esperienza realizzata negli ambiti distrettuali. Solo unioni fondate su politiche chiare e condivise, però, potranno generare efficienza, omogeneità dei servizi e certezza di diritti per tutti i cittadini».
LE RICHIESTE IN SINTESI
WELFARE. Pur in una situazione di trasformazione delle autonomie locali e della sanità regionale, il ruolo dei sindaci e degli ambiti distrettuali resta fondamentale nella gestione degli interventi socio-assistenziali. Prevenzione, sicurezza, taglio delle liste di attesa, avvio delle aggregazioni funzionali e dei centri di assistenza primaria fanno parte di un processo che punta al potenziamento dei servizi socio-sanitari sul territorio su cui è necessario un costante confronto con i sindaci.
FISCO. La difesa dei redditi più bassi richiede scelte improntate a equità e progressività , com opportune esenzioni e di agevolazioni. Sul piano locale, attraverso la piena attuazione dei piani di zona, la difesa di questi redditi deve puntare ad ammortizzare gli effetti negativi prodotti dalla diminuzione delle risorse pubbliche, anche puntando al pieno utilizzo dei Fondi strutturali europei. Da qui la richiesta di utilizzare l’Isee come indicatore di riferimento sia per l’accesso al welfare che per la determinazione di imposte locali e tariffe, unita all’appello per un maggiore impegno dei Comuni nelle politiche antievasione.
LAVORO. Occorre favorire, anche attraverso la semplificazione delle procedure, investimenti che contribuiscano a mettere in moto l’economia locale, attraverso opere quali la messa a norma degli edifici pubblici, il superamento delle barriere architettoniche e il sostegno alle energie rinnovabili. Di importanza primaria il fatto che i bandi di affidamento di servizi pubblici prevedano strumenti volti a garantire sia la qualità dei servizi che i diritti dei lavoratori coinvolti.
LOTTA ALLA POVERTÀ. La lotta alla diffusione della povertà e del disagio richiede politiche coerenti per l’inclusione sociale, con maggiore attenzione alla qualità del contesto urbano e al rischio emarginazione, rafforzando l’informazione e il sostegno alle fasce di popolazione più deboli.
CASA. Il finanziamento del fondo affitti deve restare una priorità per ogni comune, così come lo sviluppo dell’affitto a canone concordato e il recupero del patrimonio edilizio pubblico e privato abbandonato o sottoutilizzato. È di fondamentale importanza che le abitazioni siano prive di barriere architettoniche, così da favorire la scelta dell’assistenza domiciliare come opzione primaria per il sostegno ad anziani e non autosufficienti.
INVECCHIAMENTO ATTIVO. Come previsto dalla legge regionale 22/2014, va favorita la programmazione di interventi coordinati e integrati a favore delle persone anziane, sulla base di progetti sociali avviati in forma singola o associata dai Comuni.