Isontino e Bassa Friulana, allarme sull’attuazione della riforma sanitaria
Troppi ritardi nel potenziamento dei servizi
territoriali nel bacino dell’Azienda sanitaria 2. A lanciarlo i
sindacati del pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil dell’Isontino e
della Bassa Friulana nel corso di un incontro, definito «approfondito e
proficuo», con il direttore generale dell’Azienda Giovanni Pilati.
SOS
DISTRETTI. La prima questione sollevata dai sindacati riguarda il
potenziamento dei quattro distretti sanitari alla luce dei nuovi compiti
previsti dalla riforma sanitaria, in particolare i due dell’Isontino,
che secondo i sindacati sono oggi «il fanalino di coda». «La riforma ““
sottolineano i sindacati un una nota stilata dopo l’incontro ““ prevede
uno spostamento di risorse dagli ospedali al territorio e questo va
fatto il prima possibile, attuando gli interventi necessari. La
riabilitazione, in particolare, deve essere attuata a domicilio in tutti
i distretti, predisponendo la continuità assistenziale prevista dalla
riforma, cosa che adesso non avviene». Il problema nasce dalle carenze
di organici: il direttore ha risposto infatti che servono ulteriori 70
assunzioni oltre alle 63 già attuate e che poco si è fatto in termini di
mobilità del personale.
I CAP. Ritardi anche nel varo dei 10 Centri
di assistenza primaria (Cap) previsti dalla riforma nel territorio
dell’Aas 2. Il primo inizierà a funzionare a Grado in ottobre, altri 3 a
Monfalcone, Palmanova e Cervignano nel 2017, mentre per gli altri 6 se
ne riparlerà nel 2018. Da qui l’accelerazione invocata dai pensionati,
che chiedono inoltre di chiarire se nei Cap confluirà anche il personale
degli attuali ambiti, sottolineando che i servizi dei Cap dovranno
essere di carattere socio-sanitario, per evitare che i nuovi centri
partano incompleti.
MEDICI DI BASE. Altro punto critico la
costituzione delle Medicine di gruppo integrate, cioè delle associazioni
tra gli ambulatori dei medici di base (Medici di medicina generale), un
percorso che secondo la riforma dovrà completarsi entro il 2018, per
garantire il potenziamento degli orari di apertura degli ambulatori e
alleggerire la domanda che attualmente grava sui pronto soccorso
ospedalieri, con particolare riferimento ai “codici bianchi”. «Troppo
poche ““ rimarcano i sindacati ““ le domande pervenute dai medici di
medicina generale, ai quali va addebitata la responsabilità di questi
ritardi: ecco perché chiederemo un incontro con il sindacato dei medici
per spingere verso l’attuazione di questo fondamentale punto della
riforma sanitaria».
TEMPI DI ATTESA. Preoccupazione anche
sull’allungamento dei tempi di attesa, aggravata dal fatto che, con
l’ampliamento del bacino tetrritoriale dell’Azienda 2, sono aumentatri
anche i disagi per i trasporti, in particolare per anziani e non
autosufficienti. Ecco perché i sindacati chiedono ai vertici
dell’azienda di avviare un progetto di mobilità sanitaria che punti sia
alla riduzione dei costi di trasporto, attraverso un accordo con le
realtà che gestiscono le ambulanze, sia all’incremento delle visite
specialistiche a domicilio.
COMITATI MISTI Tra i risultati immediati
dell’incontro l’impegno del direttore a istituire in ognuno dei quattro
distretti dell’Aas 2 un comitato conslutivo misto formato da
rappresentanti dei cittadini, sindacati associazioni e rappresentanze
dei medici di base, per monitorare e verificare il percorso di
applicazione della riforma sul territorio.
territoriali nel bacino dell’Azienda sanitaria 2. A lanciarlo i
sindacati del pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil dell’Isontino e
della Bassa Friulana nel corso di un incontro, definito «approfondito e
proficuo», con il direttore generale dell’Azienda Giovanni Pilati.
SOS
DISTRETTI. La prima questione sollevata dai sindacati riguarda il
potenziamento dei quattro distretti sanitari alla luce dei nuovi compiti
previsti dalla riforma sanitaria, in particolare i due dell’Isontino,
che secondo i sindacati sono oggi «il fanalino di coda». «La riforma ““
sottolineano i sindacati un una nota stilata dopo l’incontro ““ prevede
uno spostamento di risorse dagli ospedali al territorio e questo va
fatto il prima possibile, attuando gli interventi necessari. La
riabilitazione, in particolare, deve essere attuata a domicilio in tutti
i distretti, predisponendo la continuità assistenziale prevista dalla
riforma, cosa che adesso non avviene». Il problema nasce dalle carenze
di organici: il direttore ha risposto infatti che servono ulteriori 70
assunzioni oltre alle 63 già attuate e che poco si è fatto in termini di
mobilità del personale.
I CAP. Ritardi anche nel varo dei 10 Centri
di assistenza primaria (Cap) previsti dalla riforma nel territorio
dell’Aas 2. Il primo inizierà a funzionare a Grado in ottobre, altri 3 a
Monfalcone, Palmanova e Cervignano nel 2017, mentre per gli altri 6 se
ne riparlerà nel 2018. Da qui l’accelerazione invocata dai pensionati,
che chiedono inoltre di chiarire se nei Cap confluirà anche il personale
degli attuali ambiti, sottolineando che i servizi dei Cap dovranno
essere di carattere socio-sanitario, per evitare che i nuovi centri
partano incompleti.
MEDICI DI BASE. Altro punto critico la
costituzione delle Medicine di gruppo integrate, cioè delle associazioni
tra gli ambulatori dei medici di base (Medici di medicina generale), un
percorso che secondo la riforma dovrà completarsi entro il 2018, per
garantire il potenziamento degli orari di apertura degli ambulatori e
alleggerire la domanda che attualmente grava sui pronto soccorso
ospedalieri, con particolare riferimento ai “codici bianchi”. «Troppo
poche ““ rimarcano i sindacati ““ le domande pervenute dai medici di
medicina generale, ai quali va addebitata la responsabilità di questi
ritardi: ecco perché chiederemo un incontro con il sindacato dei medici
per spingere verso l’attuazione di questo fondamentale punto della
riforma sanitaria».
TEMPI DI ATTESA. Preoccupazione anche
sull’allungamento dei tempi di attesa, aggravata dal fatto che, con
l’ampliamento del bacino tetrritoriale dell’Azienda 2, sono aumentatri
anche i disagi per i trasporti, in particolare per anziani e non
autosufficienti. Ecco perché i sindacati chiedono ai vertici
dell’azienda di avviare un progetto di mobilità sanitaria che punti sia
alla riduzione dei costi di trasporto, attraverso un accordo con le
realtà che gestiscono le ambulanze, sia all’incremento delle visite
specialistiche a domicilio.
COMITATI MISTI Tra i risultati immediati
dell’incontro l’impegno del direttore a istituire in ognuno dei quattro
distretti dell’Aas 2 un comitato conslutivo misto formato da
rappresentanti dei cittadini, sindacati associazioni e rappresentanze
dei medici di base, per monitorare e verificare il percorso di
applicazione della riforma sul territorio.