“Bonus” pensioni: sono oltre 110mila i beneficiari in Fvg
Sono oltre 110mila i pensionati residenti in Fvg che stanno percependo in questi giorni gli arretrati derivanti dal blocco della perequazione dei loro trattamenti nel biennio 2012-2013. A questi ne vanno aggiunti altri 7-8.000 che stanno ricevendo bonus ridotti, per aver percepito rivalutazioni parziali dei propri assegni nel biennio 2012-2013. Circa 28mila, invece, i pensionati colpiti dal blocco 2012-13 ed esclusi anche dal bonus, perché titolari di pensioni superiori a 6 volte la minima (oltre i 2.810 euro nel 2011). Queste le proiezioni dello Spi-Cgil Fvg, basate sui dati del casellario centrale pensionati dell’Inps, relativi ai redditi da pensione 2011 di tutti i titolari di pensioni da lavoro o comunque derivanti da contribuzione obbligatoria.
Quanto all’importo lordo cosiddetto “bonus”, a seconda delle fasce, va dai 300-350 euro lordi per i titolari degli assegni di importo compreso tra 5 e 6 volte la minima (importo 2011 dai 2.342 ai 2.810 euro), a una media di 900 euro (sempre lordi) per le pensioni che nel 2011 rientravano nella fascia tra i 1.405 e i 1.873 euro lordi (da 3 a 4 volte la minima), alle quali è riconosciuta una percentuale di recupero più alta sugli arretrati maturati.
Si tratta di un recupero largamente inferiore a quello che si sarebbe ottenuto applicando i criteri di legge in vigore prima e dopo il blocco. Lo stesso vale anche per gli aumenti mensili degli assegni, previsti in due tranche: la prima ad agosto, con incrementi medi dai 3 agli 8 euro rispetto a luglio, la seconda da gennaio 2016, con scatti mensili oscillanti dai 10 ai 30 euro, sempre rispetto agli importi in pagamento fino a luglio.
«È un risultato molto deludente, ma per noi la partita non è chiusa», commenta il segretario regionale dello Spi Cgil Ezio Medeot. «Siamo pronti ““ prosegue ““ a dare ai pensionati ogni tipo di assistenza, anche attraverso il nostro patronato Inca-Cgil». Quanto all’ipotesi di azioni legali, lo Spi, assieme ai sindacati pensionati di Cisl e Uil, ha già escluso il ricorso alla class action: «Ogni ipotesi di ricorso ““ apiega ancora il segretario ““ andrà valutata caso per caso, nella consapevolezza, come anticipato l’Inps, che è scontato il rigetto di qualsiasi ricorso in via amministrativa. Il successo di un’azione legale, pertanto, passa per una nuova sentenza di illegittimità costituzionale da parte della Consulta. Esito questo tutt’altro che scontato».
La strada maestra, per lo Spi, è quella del confronto col Governo, non solo per migliorare i risultati ottenuti sulla rivalutazione, a partire dal ricalcolo del montante dal 1° gennaio 2016, ma anche per rivendicare nuovi provvedimenti per alleggerire il peso del fisco sulle pensioni, le più tassate d’Europa, anche attraverso il riconoscimento del bonus di 80 euro ai pensionati. «Al centro del tavolo aperto tra i pensionati e il ministro Poletti ““ spiega Medeot ““anche i temi del welfare, come il rifinanziamento del fondo per la non autosufficienza, e la completa revisione della legge Fornero. Una riforma che va rottamata perché ha penalizzato tutti: esodati, lavoratori, i giovani, condannati a una disoccupazione crescente e alla precarietà per la mancanza di turnover sul mercato del lavoro».