Progetto Memoria, l’omaggio dello Spi ai campi di Gonars e Visco
«Credo che siano in molti, ancora oggi, a non sapere che la provincia di Udine ospitò campi di concentramento, dove migliaia di persone vennero perseguitate e in centinaia trovarono la morte. Una pagina tra le più brutte della nostra storia, e che non deve essere dimenticata». Nelle parole di Daniela Vivarelli, segretaria provinciale dello Spi, le ragioni dell’iniziativa che ieri ha visto protagonista il sindacato pensionati della Cgil: una doppia visita al cimitero di Gonars e alla ex caserma Sbaiz di Visco, per rendere omaggio alle vittime dei campi di concentramento allestiti nella Bassa tra il 1941 e il 1943.
PROGETTO MEMORIA. Una settantina i partecipanti, con in testa la segreteria nazionale dello Spi Carla Cantone, il segretario regionale Ezio Medeot e delegazioni da tutte le regioni del Nord. Le visite, concluse con la deposizione di una corona in ricordo delle vittime e accompagnate da una ricostruzione delle vicende dei due campi, curata dallo storico Ferruccio Tassin, hanno segnato la prima tappa di una due giorni sulla memoria che culminerà domani con un convegno al teatro Verdi di Trieste, alla presenza dello scrittore Boris Pahor. Dopo Gonars e Visco, nel pomeriggio di ieri la delegazione dello Spi ha visitato la Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio allestito dai nazisti in Italia, attivo dai primi mesi del 1944 fino alla fine della guerra. Un grande sforzo organizzativo, quello dello Spi, nato dalla collaborazione tra la segreteria regionale e quella nazionale, nell’ambito del Progetto Memoria, fortemente voluto dalla segreteria generale Carla Cantone, che domani chiuderà con il suo intervento il convegno di Trieste.
GONARS E VISCO. Nei due campi di di Gonars e Visco, allestiti nel 1941 nell’ambito delle politiche di pulizia etnica avviate dal regime fascista nella ex Jugoslavia, vennero internate complessivamente circa diecimila persone, in gran parte deportate dalle repubbliche ex jugoslave, in particolare Slovenia e Croazia. Dalla loro apertura fino allo smantellamento, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, videro la morte di oltre cinquecento internati, i cui resti sono ospitati in un ossario, nel cimitero di Gonars. Se del campo di Gonars non esistono più tracce, intatte sono le strutture di quello di Visco, allestito nei casamenti della ex caserma Sbaiz, oggi sede della protezione civile.