Contenzione, una pratica da eliminare. Appello unitario di Cgil-Cisl-Uil
Liberare il sistema sanitario e assistenziale del
Fvg da ogni pratica di contenzione, istituendo presso ogni struttura
sociosanitaria una commissione per il contrasto e l’eliminazione di questo tipo
di interventi, siano essi svolti con mezzi meccanici, farmacologici o
ambientali. È l’appello contenuto in un documento unitario approvato oggi dalle
segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, con le rispettive categorie dei
pensionati e del pubblico impiego, al termine di un seminario sulla contenzione
tenutosi a Palmanova, alla presenza di medici, psicologi, operatori
socio-sanitari e magistrati.
«Chiediamo di promuovere e sviluppare ““ si legge ancora nel documento ““un nuovo
approccio culturale, professionale e giuridico per l’eliminazione di ogni forma
di contenzione in tutto il territorio regionale, assumendo impegni concreti sul
piano politico e amministrativo». Dietro alla richiesta, spiegano i sindacati,
la consapevolezza, confermata da recenti ricerche, che il 15,8 % delle persone
ricoverate negli ospedali ed il 68,7% di quelle persone ospiti di Rsa
(residente sanitarie assistenziali) sono sottoposte a pratiche contentive:
nella maggior parte dei casi, il 70% negli ospedali e il 75% nelle Rsa, per
prevenire cadute.
Ma la contenzione, denunciano i sindacati, non può per questo essere considerata
un “male necessario”. «Si tratta di una pratica ““ si legge nel documento
unitario ““ che lede i diritti fondamentali e non risponde ad alcun bisogno dell’essere
umano. La garanzia della sicurezza delle persone si attua attraverso un
adeguato sistema assistenziale, dove gli operatori (siano essi medici,
infermieri od operatori di assistenza diretta) sono puntualmente formati ed
informati, oltre che attraverso l’utilizzo di tecniche e ausili atti a
garantire un adeguato movimento alle persone fragili».