Lo Spi di Trieste: “Adesso basta, la casa è un diritto”
La segreteria dello Spi Cgil di Trieste ha diffuso nei giorni scorsi un volantino dal titolo “Adesso basta! La casa è un diritto!”, nel quale si accusano Ater e Regione di essersi adeguati all’aumento generalizzato del costo della vita, che comprende i beni essenziali e di prima necessità, e di scaricare sugli inquilini i loro problemi di bilancio.
In una situazione in cui le case sono sempre più vecchie, la sicurezza è precaria, mancano (spesso) gli ascensori, si è (spesso) in presenza di barriere architettoniche e di impianti fuori norma e ad alto consumo, non si attuano politiche di risparmio energetico (pannelli solari, fotovoltaico, ecc.), la manutenzione è sempre più scadente, le pulizie rasentano l’indecenza, il servizio di Portierato Sociale è ridotto del 50% e gli appalti sono al massimo ribasso, in cambio i canoni di affitto aumentano in maniera spropositata e il Fondo Sociale Regionale non assolve al suo compito istituzionale, quello di garantire i soggetti più deboli e fragili.
Per questo lo Spi ha chiesto all’Ater di Trieste di sospendere gli aumenti e di ripristinare il precedente metodo di calcolo dei canoni, alla Regione di incrementare la quota di Fondo Sociale destinata a Trieste, e al Comune di applicare in forma ridotta l’ IMU.
L’Ater non è un’impresa privata, con i soldi pubblici deve garantire il diritto alla casa, calmierare il mercato, non adeguarsi alle sue logiche, ai suoi costi. Ha un ruolo sociale che deve rispettare. Alla politica si chiede di riattivare un piano di edilizia pubblica, agevolata e sovvenzionata, per far fronte all’emergenza casa, che a Trieste significa ormai quasi 5.000 richieste di assegnazione.