Lo Spi: case di riposo da riclassificare, no a nuovi posti
Confermare il blocco di nuove autorizzazioni e avviare il processo di riclassificazione delle case di riposo, fermo da dieci anni, allineando tutte le strutture ai criteri fissati dal regolamento approvato nel 2008 ma tuttora inattuato. A rivendicarlo è il Sindacato pensionati Cgil del Friuli Venezia Giulia, che in un convegno organizzato ieri a Pasian di Prato ha ribadito la sua contrarietà all’accreditamento di nuove strutture: «L’attuale dotazione – ha spiegato Gino Dorigo, della segreteria regionale Spi-Cgil – ammonta a 10.800 posti, di cui 8.500 per non autosufficienti, a fronte di un fabbisogno che è stato quantificato in 7.700 posti. Ma le spinte per la forzatura di quel blocco non si sono mai sopite».
La priorità, per lo Spi, deve essere quella di rafforzare i servizi di assistenza domiciliare sul territorio, piuttosto che realizzare nuove strutture, e di allineare su livelli omogenei gli standard qualitativi e di servizio delle 193 case di riposo censite in regione: «Investendo sia sulla qualità delle strutture che sulla formazione degli addetti, la metà dei quali lavora senza qualifica».
Quanto alle rette, per lo Spi devono comprendere solo i costi di “albergaggio”, «mentre quelli di assistenza – ha affermato ancora Dorigo – dovrebbero ricadere interamente sul servizio sanitario pubblico. Altra richiesta che verrà discussa al tavolo con l’assessore Kosic quella di “agganciare” l’accesso ai contributi regionali non solo al reddito, ma anche ai livelli di gravità della non autosufficienza degli utenti.
Sui rapporti tra strutture per anziani e assistenza domiciliare è intervenuto anche Massimo Blasoni, consigliere regionale e imprenditore nel settore delle case di riposo. «In altre regioni – ha dichiarato – il tetto non è sui posti letto complessivi, ma sull’accesso ai contributi pubblici sulle rette. Si tratta quindi di trovare il giusto mix sia tra il pubblico e il privato, sia tra le diverse forme di assistenza». Riguardo alle modalità di finanziamento del sistema, Blasoni ha lanciato la proposta di un fondo previdenziale regionale per i non autosufficienti, finanziato dai contributi di lavoratori e pensionati».
Proposte, quelle di Blasoni, che hanno convinto solo in parte Mario Banelli, presidente di Area, l’Associazione regionale enti di assistenza: «La priorità – secondo Banelli – deve essere quella di rafforzare i servizi di assistenza domiciliare agli anziani: la casa di riposo, invece, dovrebbe essere l’ultima alternativa».