Primo Maggio, in Fvg quindicimila in piazza
Anche in Friuli Venezia Giulia il popolo del Primo Maggio ha risposto compatto all’appello di Cgil, Cisl e Uil: quindicimila complessivamente le persone scese in piazza per le quattro principali manifestazioni provinciali. Quasi diecimila i lavoratori, i pensionati e i cittadini che hanno dato vita al corteo di Trieste, sul tradizionale percorso da campo San Giacomo a piazza Unità, mentre a Cervignano circa quattromila persone hanno sfilato, come di consueto, assieme ai trattori della Confederazione italiana agricoltori. Circa un migliaio, infine, i manifestanti a Gradisca d’Isonzo e a Pordenone.
I comizi hanno visto tra gli altri gli interventi dei segretari confederali della Cisl Pietro Cerrito, che ha parlato a Gradisca d’Isonzo, e della Cgil Enrico Panini: «Dal Presidente della Repubblica – ha detto il numero due della Cgil dal palco di Cervignano – è arrivato un messaggio importante, che ha posto l’accento su occupazione, giovani e scuola come fattori fondamentali per la ripresa di questo Paese. Le politiche del Governo, ma credo anche di questa Regione, stanno andando in direzione opposta: serve un modello di sviluppo diverso, capace di dare risposte ai giovani e di investire su qualità innovazione e ricerca».
Sul tema dell’unità sindacale, Panini ha detto che si tratta di un valore fondamentale, che non deve essere esposto al rischio di rotture. «Per tutelarlo – ha aggiunto – dobbiamo darci regole coerenti che consentano di decidere sia quando i giudizi sono condivisi, siain presenza di posizioni separate. Da piazze come Cervignano, in ogni caso, arriva un messaggio importante: non solo da parte di Cgil, Cisl e Uil, ma anche per la presenza di altre organizzazioni e di una vasta rappresentanza dei sindaci di questo territorio, espressione di ogni schieramento politico».
Forti ciritiche infine agli esercizi commerciali che hanno scelto di tenere aperti i negozi anche nel giorno della Festa del lavoro: «Non è solo un sacrificio ingiustificato chiesto ai lavoratori, ma anche un messaggio sbagliato ai cittadini: i valori del dio mercato, infatti, vengono anteposti a quelli della stessa Costituzione, l’unica a livello mondiale che parla di Repubblica fondata sul lavoro. Un valore che il sindacato ripropone con forza in occasione di questo Primo Maggio, chiedendo non soltanto più occupazione, ma anche più qualità nell’occupazione. Più sicurezza sul lavoro quindi, perché di lavoro si continua a morire, e più rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici: a partire dall’abrogazione, chiesta unitariamente dal sindacato, della legge che ha cancellato il divieto delle dimissioni in bianco».