La crisi non ha allentato la morsa né sul paese né sulla nostra regione. E’ l’allarme lanciato dalla Cgil Fvg nel corso dell’attivo regionale dei delegati tenutosi questa mattina a Trieste, alla presenza delsegretario generale Susanna Camusso. «Nel mese di marzo – ha dichiarato il segretario regionale Franco Belci – la cassa integrazione in Fvg è tornata a salire, toccando i 2,2 milioni di ore mensili e fermando quella tendenza alla riduzione che era emersa nei primi due mesi dell’anno. Di fronte a questo scenario, segnato da nuove, pesanti crisi aziendali come quelle della Florida, preoccupa l’inerzia della Giunta regionale, che non ha ancora fornito risposte né ai due documenti sulle politiche industriali presentati da sindacati e industriali nel novembre scorso, né a quello unificato presentato quest’anno su sollecitazione del Presidente». Il problema, per Belci, non è quindi soltanto di merito delle scelte, ma riguarda anche il metodo delle relazioni sindacali«Se si fanno passare sei mesi senza dare risposte – questo l’attacco delsegretario – il problema è di credibilità dell’interlocutore e di rispetto delruolo delle parti sociali. Né ci fideremmo di una convocazione frettolosa prima delle elezioni amministrative, che avrebbe un chiaro significato strumentale». Quanto al merito, i grandi nodi irrisolti restano l’assenza di politiche industriali, il governo della sanità e la vertenza delcomparto unico. «Sul welfare – ha dichiarato Belci – è stata la Cgil ad assumersi l’onere di avviare un confronto tra tutti i soggetti coinvolti, che in occasione degli Stati generali hanno tutti contestato le politiche della giunta. Assieme a loro, pertanto, chiederemo formalmente che siano modificati gli strumenti di indirizzo e programmazione sanitaria». In merito al comparto, Belci ha parlato di «inerzia dell’amministrazione regionale», accusata di non rispettare né l’esito delreferendum né il risultato delle elezioni delle Rsu. Duro attacco, infine, anche all’assessore al Commercio Angela Brandi: «Che continua ad ondeggiare – queste le parole di Belci – tra affermazioni di riforma e negazioni delle affermazioni. Si decida quindi a convocare il tavolo che ha promesso o sgomberi il campo da ogni annuncio. Quanto a noi, restiamo contrari a qualsiasi ipotesi di innalzamento deltetto sulle aperture festive: discutere su questo punto, significa rimettere in discussione l’intero impianto della legge».