Congresso regionale: il documento politico conclusivo
Il Congresso dello SPI del Friuli Venezia Giulia approva la relazione del segretario uscente Gio Batta Degano, di cui è parte integrante il “Bilancio sociale 2006 – 2010″¿, i contributi offerti dal dibattito, l’intervento del segretario generale Franco Belci e le conclusioni della segretaria nazionale dello SPI Celina Cesari. Inoltre, assume interamente i dispositivi finalizzati a realizzare la coincidenza tra Leghe distrettuali e strutture sociosanitarie ed assistenziali – già approvati nei congressi di Lega e di Comprensorio – ed il Contributo al dibattito congressuale sui temi prioritari dello SPI, approvato all’unanimità nella riunione del comitato direttivo nazionale del 24/11/2009.
LE PRIORITÀ
Il congresso intende concentrare l’azione dello SPI del Friuli Venezia Giulia sulle tre azioni indicate da tale documento:
aumentare e migliorare la nostra capacità di rappresentare il mondo della terza e quarta età, sempre più ampio ed eterogeneo, in cui si esprimono anche bisogni nuovi ed aspettative inedite;
dare forza, voce e chiarezza alle ragioni e alle nostre proposte in favore dei pensionati e delle pensionate;
difendere e praticare la democrazia, a partire dal nostro agire quotidiano, offrendo occasioni e luoghi di partecipazione per rendere vivi e attuali i valori contenuti nella nostra Carta costituzionale.
Il congresso regionale ritiene prioritaria l’attuazione delle scelte assunte dalla Cgil e dallo Spi nazionale, regionale e dei territori nelle conferenze di organizzazione del 2008. Esse non possono essere accantonate, ma devono anzi riprendere piena visibilità in tutte le strutture ed in particolare in quelle comprensoriali e territoriali dello Spi, per trovare applicazione coerente nell’attività sindacale quotidiana. e dare risposte ai nuovi bisogni dei pensionati e degli anziani, favorendo l’incontro tra le generazioni e la sintesi tra diritti di cittadinanza e diritti del lavoro.
I RAPPORTI UNITARI
Per proseguire su questa impostazione, il congresso giudica indispensabile potenziare l’azione confederale e rilanciare la contrattazione territoriale. Finora è stato fatto poco per concretizzare tali obiettivi: il baricentro dell’azione sindacale continua ad essere sbilanciato su aziende e categorie, non ci sono stati significativi passi avanti nella negoziazione sociale; la ricerca di posizioni unitarie con Cisl e Uil in alcuni territori è mancata. In questa situazione, il Congresso ritiene prioritario continuare a perseguire la ricerca di posizioni unitarie con Fnp e Uilp, partendo dalla situazione effettiva riscontrabile in ciascun territorio ed a livello regionale, per dare un nuovo impulso alla negoziazione sociale e per favorire la costruzione di analoghe intese a livello confederale. La forza delle nostre rivendicazioni – quale che sia la controparte, Regione, Enti Locali, Ambiti, Aziende sanitarie o Distretti – sarà infatti maggiore se riusciremo a mettere in campo azioni condivise con le altre Organizzazioni e se le piattaforme che sapremo definire saranno il frutto di un reale confronto sul territorio con gli iscritti e con la popolazione, che dovranno essere chiamati ad approvarne sia i contenuti rivendicativi che i risultati ottenuti.
L’ORGANIZZAZIONE ED IL TESSERAMENTO
Lo SPI e la CGIL devono recuperare e rafforzare il legame con gli iscritti e con i cittadini. Questo è un obiettivo fondamentale che il Congresso considera prioritario e da praticare in tutto il territorio regionale, impegnando tutte le Leghe comunali e distrettuali ad uscire dalle sedi per ricercare il contatto diretto con la nostra gente, frequentando i mercati e gli altri luoghi di frequentazione per portare loro la nostra voce e le nostre proposte e finanziando i progetti concreti attraverso appositi finanziamenti aggiuntivi e mirati messi a disposizione dal Sindacato regionale. Riguardo al tesseramento, il Congresso ritiene che debba essere dedicata particolare attenzione alla continuità della militanza ed al suo sviluppo, sia da parte dell’intera area dei servizi Cgil, sia da parte di tutte le strutture dello SPI che sono chiamate ad impegnarsi direttamente anche sulle azioni di fidelizzazione, di mantenimento e di recupero. Un altro passo concreto in questa direzione va fatto attivando ovunque i comitati degli iscritti ed i rispettivi responsabili. Questo ci consentirà di essere più vicini ai problemi quotidiani delle persone e di rafforzare la nostra rappresentatività sul territorio, ma anche di rinnovare i nostri quadri con l’apporto di nuove figure e di nuove intelligenze, in un confronto dialettico e democratico di tipo inclusivo. Va confermato e potenziato il ruolo strategico e lo straordinario compito di presidio sociale sul territorio svolto dalle Leghe distrettuali, attraverso l’ottimale utilizzo delle risorse finanziarie già decentrate a seguito delle decisioni assunte in Conferenza di organizzazione e la delimitazione territoriale corrispondente alle reali necessità di contrattazione in ambito sociale e sanitario, ed in generale sui diritti di cittadinanza. Per una migliore organizzazione del lavoro sul territorio, salvaguardando le competenze e le funzioni già definite nello statuto per gli organismi eletti, il Congresso ritiene inoltre opportuno individuare nuove scelte organizzative, e in particolare: – l’integrazione delle azioni nelle diverse strutture, rafforzando il ruolo dei dipartimenti come luogo dove intrecciare compiti operativi e di elaborazione; – l’affidamento di responsabilità specifiche anche a figure facenti parte dei direttivi e non necessariamente delle segreterie, da decidere su proposta della segreteria competente: tale scelta potrà cadere in particolare su donne e su nuove generazioni di pensionati, ma anche su chi, avendo svolto incarichi di segreteria fino al limite del doppio mandato, sia disponibile a impegnarsi ancora in forma volontaria, con compiti specifici e circoscritti.
I DIPARTIMENTI
In ogni struttura congressuale dello Spi – regionale, comprensoriale e lega distrettuale – devono essere garantite almeno le tre funzioni: organizzazione, negoziazione sociale e tutela individuale, identificando una responsabilità precisa in capo ad un componente di segreteria o, facendo riferimento alla decisione assunta in sede di Conferenza di Organizzazione, anche a persone esterne agli esecutivi. A livello regionale, comprensoriale e di lega distrettuale, vanno istituiti almeno i tre dipartimenti suddetti, che fanno capo ad un segretario responsabile di settore, nei quali siano rappresentate tutte le strutture sotto ordinate. Fermo restando che compete ai direttivi la definizione delle linee politiche e degli indirizzi generali, i dipartimenti sono il luogo ove si mettono a fuoco i problemi, si identificano le linee guida, gli indirizzi specifici, le priorità, le rivendicazioni comuni da sostenere, gli obiettivi minimi da perseguire e si suggeriscono le iniziative da intraprendere.
IL SISTEMA SERVIZI DELLA CGIL
Per radicare efficacemente il ruolo del sindacato sul territorio, il direttivo giudica indispensabile potenziare e migliorare anche l’offerta della rete dei servizi Cgil. Lo Spi e la Cgil, infatti, possono e devono essere contemporaneamente il sindacato che lotta e che contratta, ma anche un’organizzazione capace di offrire agli iscritti ed ai cittadini una rete capillare di servizi di qualità, presente anche nelle aree marginali, per dare risposte ai problemi dei singoli e delle loro famiglie. Ciò richiede di mettere in campo i più opportuni processi di razionalizzazione e ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e finanziarie di tutta l’organizzazione – anche convogliando queste ultime in un unico contenitore – e co-progettando nuove forme di collaborazione tra Spi, Inca e Caaf, sia nel campo delle tutele individuali, sia in quello delle tutele collettive, volte a garantire la conoscenza e la fruizione degli istituti della protezione sociale – nazionali, regionali e locali – espandendo e non riducendo la qualità e la presenza sul territorio della rete Cgil. Al riguardo, il Congresso, ribadisce la propria totale contrarietà verso gli strumenti del welfare caritatevole ed a domanda individuale messi in campo dalla destra e ne denuncia i meccanismi vessatori previsti per ottenerli che disincentivano i potenziali destinatari dal richiederli, conferma che gli interventi di sostegno al reddito debbano essere ricondotti nel miglioramento delle pensioni – a partire da un nuovo e più adeguato meccanismo di tutela del valore delle pensioni dall’inflazione reale, dalla riduzione del carico fiscale e dall’eliminazione strutturale del drenaggio fiscale, dall’estensione della 14° mensilità, dal sostegno agli incapienti e dalla garanzia del minimo vitale – ribadendo comunque la necessità che tutte le strutture di contatto del Sindacato forniscano risposte esaustive anche su tali istituti ai pensionati, ai lavoratori ed ai cittadini per garantirne, comunque, la fruizione agli strati più deboli della popolazione.
LA FORMAZIONE
Il Congresso ritiene che la formazione mirata e quella di base debbano essere pianificate e finanziate – a cura di ciascuna struttura ed in coordinamento con i livelli sovra ordinati, di categoria o confederali – attraverso la definizione degli appositi programmi annuali inserendo apposite poste nei bilanci preventivi e vanno svolte, rispettivamente, a livello regionale ed a livello di Lega distrettuale o di Comprensorio, utilizzando le competenze interne all’area dei servizi CGIL o ricorrendo a quelle esterne, in ogni caso utilizzando le risorse attingibili dal FSE.
L’INFORMAZIONE
Va messo in campo ogni possibile nostro impegno volto a contrastare la deformazione quotidiana e l’esproprio di completezza attuata sistematicamente dai mezzi, pubblici e privati. A tal fine il Congresso ritiene indispensabile garantire la continuità ed il recapito del giornale regionale LiberEtà a tutti gli iscritti, prestando la massima attenzione ai contenuti, alla forma ed all’adeguatezza della comunicazione. Il sito web dello SPI regionale (spi.cgilfvg.it) va aggiornato in tempo reale, mettendo a disposizione di tutti le nostre elaborazioni ed informazioni. Infine, il Congresso ritiene che debba essere garantita la continuità degli spazi televisivi acquisiti in questi ultimi anni sulle reti locali, verificando la possibilità di acquisirne di ulteriori, su altre emittenti.
LA VERIFICA DEGLI OBIETTIVI ORGANIZZATIVI
A valle della fase congressuale, il Congresso impegna la struttura regionale a realizzare, entro il 2010, una ricognizione congiunta – condivisa tra livello regionale, comprensori, leghe distrettuali e camere del lavoro – attorno allo stato complessivo dell’organizzazione, a partire dalla costituzione dei comitati degli iscritti e dalla verifica della consistenza degli stessi, resa possibile dall’avvio del nuovo archivio informatico.
LE POLITICHE DI GENERE
Lo Spi, a tutti i livelli, è impegnato ad assumere le politiche di genere, nella loro accezione più ampia, come criterio guida nella definizione delle piattaforme rivendicative, valorizzando e rafforzando il ruolo assegnato dallo Statuto al Coordinamento Donne. Non solo nel rispetto del dettato statutario riguardo alla composizione delle segreterie e dei direttivi, che va attuato e rafforzato innalzando la presenza femminile in termini paritetici, ma anche per definire azioni rivendicative specifiche, tese a combattere fenomeni emergenti come la povertà e ad abbattere quegli ostacoli legislativi, culturali ed economici che impediscono tuttora una piena parità tra uomo e donna, non solo sul mercato del lavoro ma anche nella società. A tal proposito nella prima metà di maggio 2010 (anno europeo contro la povertà e per l’uguaglianza), le donne di SPI, FNP e UILP si interrogheranno in un convegno sulla situazione delle pensionate in Friuli Venezia Giulia.
L’ATTIVITÀ OLTRE CONFINE. Il Congresso, preso atto del positivo lavoro svolto durante il precedente mandato, impegna i nuovi organismi dirigenti regionali a garantire la continuità dei rapporti ed a rafforzare ulteriormente l’attività di collaborazione con le Organizzazioni sindacali slovene, croate, ungheresi ed austriache, salvaguardando in particolare, unitamente all’Inca del Friuli Venezia Giulia, la collaborazione con i Sindacati e con le strutture dell’Inca della Slovenia e della Croazia, aggiornando, migliorando e sviluppando gli accordi, le iniziative politico-sindacali e la rete dei servizi in essere, finalizzata alla tutela individuale dei lavoratori transfrontalieri e dei pensionati titolari di pensione italiana, nonché alla crescita organizzativa dei Sindacati dei pensionati in queste aree.
AUTONOMIA, CONTRATTAZIONE E CONFEDERALITÀ
Partecipazione, concertazione, negoziazione e contrattazione, sono le forme dell’interlocuzione che, assieme, caratterizzano e concretizzano, non sono in contraddizione tra loro, il ruolo del sindacato ad ogni livello. Pertanto è utile ed opportuno praticarle tutte, pronti a mettere in campo le azioni più incisive per rimuovere gli ostacoli ed i veti che possano provenire dalle controparti. Il nostro giudizio, le nostre posizioni e le conseguenti forme di lotta, in ogni caso, devono essere assunti in piena autonomia e devono basarsi esclusivamente sul merito. Autonomia che, ovviamente, non può significare perseguire posizioni e decisioni incoerenti o contrastanti con la linea dello Spi e della Cgil. Lo Spi può e deve essere il perno della contrattazione sociale nel territorio, auspicabilmente unitaria, da realizzare, ad ogni livello, unitamente alla Confederazione e alle altre categorie, a partire dalla Funzione Pubblica, attivando i necessari percorsi di informazione, supporto, confronto, sostegno e coordinamento tra i diversi livelli, e in primo luogo tra comprensori e leghe distrettuali. Per fare dello Spi un soggetto contrattuale autorevole e riconosciuto dai pensionati, dai lavoratori, dai cittadini e dalle controparti, è necessario fare squadra, a livello orizzontale e verticale, realizzando i necessari momenti di coordinamento e di sostegno tra i diversi livelli del Sindacato, coinvolgendo nelle nostre attività e nei nostri obiettivi anche le altre categorie della Cgil e le altre strutture sindacali, a partire dai consigli di fabbrica, per allargare la consapevolezza del valore della negoziazione territoriale che, per sua natura, non si rivolge solo ai pensionati ma a tutti i lavoratori, alle famiglie ed i cittadini. Il disinteresse o il mancato impegno delle altre categorie e strutture della Cgil non può costituire un alibi per lo SPI, a maggior ragione in una fase in cui emerge la necessità di disporre del massimo sforzo di tutto il sindacato per contrastare efficacemente i disegni della destra che governa il Paese, la Regione e molte autonomie locali, volti a ridurre lo stato sociale ed a privatizzare i servizi pubblici, attaccando i principi fondamentali di eguaglianza e solidarietà che, partendo dalla Costituzione, sono stati declinati in alcune fondamentali leggi nazionali (Statuto dei Lavoratori, scuola pubblica, Servizio sanitario nazionale, Legge sull’assistenza 328/2000, ecc.) e regionali (la LR 6/2006 – Sistema integrato e, di contro, l’abolizione della LR 5/2005 sull’immigrazione, le discriminazioni ai danni degli immigrati regolari per ritardare o negare loro l’accesso ai servizi ed agli interventi sociali, la vergognosa decisione di chiudere gli ambulatori per gli immigrati, ecc.). La grave crisi in atto, unitamente all’irresponsabile abolizione di alcune fondamentali misure di contrasto all’evasione, ha determinato una riduzione delle entrate fiscali ed evidenzia la necessità e l’urgenza di dare nuovo impulso alla lotta all’evasione, così come sostiene la CGIL con la piattaforma al centro delle ragioni dello sciopero generale del 12 marzo 2010, coinvolgendo in questa battaglia di giustizia, di civiltà e di socialità anche le amministrazioni locali. In questa difficile congiuntura, il Congresso, ritiene che la priorità debba essere assegnata al reperimento delle risorse necessarie per garantire la ripresa ed il sostegno allo sviluppo, all’occupazione ed al lavoro, contrastando con la massima decisione ogni disegno volto a ridurre i diritti di cittadinanza ed a privatizzare i servizi pubblici essenziali ed i beni comuni come l’acqua. Al riguardo, il Congresso denuncia le politiche xenofobe attuate dalla Regione e l’ormai conclamata volontà di sfuggire ai percorsi di concertazione preventiva con le OO. SS. ed invita la Giunta a modificare tali atteggiamenti, impegnando il Sindacato regionale a mettere in campo, possibilmente in modo unitario, ogni azione necessaria a superare tale negativa situazione che, tra l’altro, consente di non esplicitare alla comunità regionale le reali volontà dell’Amministrazione – come dimostra, ad esempio, l’infinita vicenda della riclassificazione-riqualificazione delle case di riposo che attende da un decennio – ed espropria tutto il Sindacato confederale del proprio ruolo e del diritto di discutere, preventivamente e nel merito, dei provvedimenti e delle soluzioni. Inoltre, il Congresso evidenzia l’insufficienza delle risorse messe a disposizione del Sistema Sanitario Regionale per il 2010 – infatti, l’1,67% in più rispetto al 2009, equivale ad una riduzione in termini reali di circa il 2,5% – che, unitamente al blocco del turn over nella sanità e nei Comuni, determinerà una riduzione dei servizi e dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sanitari e assistenziali, finora garantiti ai cittadini della Regione come, purtroppo, dimostra la recente sospensione dell’attività delle Unità Territoriali di Assistenza Primaria (UTAP), già attivate in via sperimentale, da alcuni anni, in provincia di Pordenone. Il Congresso denuncia ancora le insufficienze e l’inadeguatezza del nuovo Piano sanitario e sociosanitario 2010-2012, appena approvato dalla Regione senza alcun reale e preventivo percorso di concertazione con il Sindacato. Un Piano che non garantisce lo sviluppo e l’omogeneizzazione della prevenzione e dei servizi territoriali volti a presidiare la cronicità e che pone le premesse per espropriare ulteriormente i Comuni delle loro prerogative e del loro ruolo, riguardo alla programmazione territoriale degli interventi e dei servizi sociosanitari e assistenziali, da realizzare in forma associata a livello di Ambito distrettuale, attraverso i Piani per le Attività Territoriali (PAT) ed i Piani di Zona (PdZ). Infine il Congresso denuncia l’attacco e la destrutturazione della legislazione a tutela dei lavoratori – parte debole e non paritaria rispetto al datore di lavoro – con la messa in mora del Ccnl e dell’art. 18 e, qui in FVG, con l’abolizione del Reddito di base per la cittadinanza sociale e le già citate norme discriminatorie sul welfare, che dimostrano l’esistenza di disegni dirompenti che richiedono risposte adeguate alla gravità dell’attacco ai diritti del lavoro e di cittadinanza, mentre plaude all’iniziativa della consegna della nostra Costituzione agli studenti, ritenendo che la conoscenza diffusa e la difesa dei suoi principi fondamentali, siano un’assoluta priorità sulla quale non mancherà l’impegno di tutto lo Spi del Friuli Venezia Giulia.
Cervignano del Friuli, 18 marzo 2010. Approvato all’unanimità.