Comitato direttivo Cgil: giudizio negativo sulla Finanziaria
Il Comitato Direttivo della CGIL, tenutosi il 22 dicembre, conferma il suo giudizio negativo sulla Finanziaria 2010. Le misure della manovra finanziaria sono sbagliate e inadeguate per affrontare la crisi e per sostenere il mondo del lavoro e dei pensionati e non in grado di impostare una politica economica che rilanci crescita, sviluppo ed equità. Tale valutazione negativa viene confermata sia per il metodo a causa dell’ennesimo voto di fiducia alla Camera che per il merito. Infatti la copertura di tali misure è legata al gettito proveniente dallo scudo fiscale, allo spostamento dal Fondo Tesoreria alla spesa corrente del gettito del TFR inoptato dai lavoratori e a tagli lineari, non funzionali ad una qualificazione della spesa pubblica. Dopo lo sciopero generale dell’11 dicembre dei pubblici dipendenti e della scuola e di alcune realtà territoriali, in assenza di risposte da parte del Governo, bisognerà sviluppare ulteriormente l’iniziativa sindacale a sostegno del rinnovo dei contratti per tutto il settore pubblico e per il rilancio degli investimenti su scuola, università e ricerca.
Tutti gli indicatori e le previsioni degli istituti più accreditati ci dicono che i livelli di crescita, di reddito e, soprattutto, di occupazione non torneranno gli stessi del 2007 prima di sette o otto anni, a differenza dei tre o quattro anni previsti per gli altri principali paesi industrializzati. Oltreché nella bassa crescita la causa del ritardo italiano va ricercata nell’errata politica economica e fiscale del governo che, a partire dalle prime fasi della crisi, non è mai stata ispirata ad una visione organica delle problematiche da affrontare e, quindi, mai in grado di individuare le giuste risposte per sostenere i redditi e l’occupazione. Allo stesso modo, nonostante venga più volte suggerito da autorevoli fonti internazionali – prima tra tutte l’Ocse – in tutti i provvedimenti varati finora risulta assente qualsiasi progetto di riforma organica degli ammortizzatori sociali, del fisco, del sistema produttivo o del sistema infrastrutturale.
Continuano i tagli nell’insieme delle politiche sociali, in particolare per l’infanzia e gli anziani, non dimenticando che se scatterà la revisione dei coefficienti previdenziali secondo le modalità previste dal Governo, per milioni di persone le future pensioni non saranno in grado di garantire un reddito dignitoso. Unica eccezione, in questo quadro, è il recente “Patto per la salute” che ha ripristinato parte delle risorse mancanti al SSN dopo un lungo conflitto sostenuto dalle Regioni e da un vasto fronte di forze sociali che ha visto protagonista la CGIL a partire dal nostro sindacato dei pensionati che ha realizzato una settimana di mobilitazione.
Manca soprattutto un’idea, un progetto che partendo da scelte di politiche industriali disegni come indirizzare la difesa del nostro apparato produttivo, a partire dal Mezzogiorno, condizione essenziale per definire il percorso di riconversione verso uno sviluppo sostenibile.
Il CD della CGIL considera la Conferenza ONU di Copenaghen sul clima “un’occasione storicamente persa” la mancata condivisione di un accordo complessivo, giuridicamente vincolante, per il contenimento del riscaldamento globale. La CGIL considera questo approdo del tutto inadeguato. Anzi, il rischio possibile è che l’assenza di regole chiare e condivise apra spazio a forme di concorrenza sleale sfruttando forme di dumping ambientale. Su questo è indispensabile che al più presto di ponga mano alla istituzione di una specifica istituzione internazionale di controllo sotto l’egida dell’ONU.
Un quadro di politiche industriali è inoltre condizione per dare soluzioni positive alle innumerevoli vertenze già aperte. Ciò è necessario per uscire dalla crisi e per garantire una migliore e maggiore crescita dell’occupazione dell’intero sistema-paese e la centralità degli investimenti nelle reti e nei servizi pubblici. Il 2010 infatti si presenta come un anno ancora più pesante del 2009 dal punto di vista della disoccupazione.
La Legge Finanziaria non solo non prolunga le tutele e non le amplia a chi ne è privo, come già richiesto con le proposte che CGIL ha già avanzato al Governo, ma anzi aumenta le forme di lavoro precario contribuendo a rendere più insicuro il futuro delle nuove generazioni e ripropone un meccanismo sbagliato e fallimentare per i collaboratori continuando in un’opera di controriforma dei fondamentali del diritto del lavoro.
Il CD ritiene, inoltre, che la crisi attuale rischia di essere acuita in Italia da una distribuzione del reddito assai squilibrata che penalizza il lavoro dipendente, i pensionati e le nuove generazioni oltre ad essere iniqua dal punto di vista sociale, frena il rilancio della domanda interna, condizione necessaria per far ripartire la crescita.
La crisi economica in atto richiede un aggiornamento della piattaforma unitaria sul fisco (2007) e considera indispensabile e non più rinviabile un profondo intervento di riforma fiscale. Per queste ragioni la CGIL avanza un proprio progetto di riforma fiscale: una vera e propria vertenza su cui intende confrontarsi e raccogliere il più ampio consenso anche attraverso la realizzazione una campagna nazionale di comunicazione per un fisco giusto.
La CGIL pone al centro di questa vertenza la questione della lotta all’evasione e la riduzione delle tasse sui redditi da lavoro e da pensione. Per sostenere i nostri obiettivi il Direttivo promuove una campagna di comunicazione da svolgersi nella seconda metà di febbraio, che consiste in una settimana di iniziative in tutte le regioni con l’obiettivo di informare, promuovere iniziative e costruire una grande alleanza per un “fisco giusto”.
Il CD dà mandato alla Segreteria di assumere, in tempi utili, le decisioni di iniziative di mobilitazione e di sciopero necessarie per sostenere le nostre proposte, nei confronti del Governo, di riforma del fisco, nonché di politica industriale, dando priorità al Mezzogiorno e alla riforma degli ammortizzatori sociali per sostenere l’occupazione insieme al rinnovo dei contratti pubblici, e il rilancio degli investimenti necessari nella scuola ricerca e università, per confermare e proseguire con rinnovata forza la lotta alle discriminazioni verso i lavoratori e i cittadini migranti e dare risposta alle condizioni dei pensionati e degli anziani, attivando il tavolo di confronto previsto dal Protocollo sul welfare del 2007.
Il CD della CGIL condanna qualsiasi atto o forma di violenza come quello per ultimo espresso nei confronti del Presidente del Consiglio, al quale augura di ristabilirsi rapidamente, ed esprime netta contrarietà ad ogni nuovo intervento normativo a limitazione della Rete telematica, della libertà di opinione, del pluralismo dell’informazione e della libertà di manifestare nelle forme e modalità previste dalla Carta costituzionale. Il CD ritiene importante che la dialettica politica si sviluppi all’insegna della massima sobrietà e del confronto sulle idee e sulle proposte, ridando centralità al Parlamento, a partire dalle questioni economiche e sociali necessarie per affrontare la crisi. Questa è un’esigenza del Paese ma i primi segnali non possono che venire dal Governo e dalla sua maggioranza.
In questo quadro il Direttivo ritiene indispensabile dare attuazione alla campagna già decisa sui temi della democrazia, contro ogni forma di populismo e plebiscitarismo, all’insegna della difesa della Carta costituzionale, come di ogni altra espressione della democrazia, a partire dal diritto dei lavoratori a votare gli accordi che li riguardano. Su questi temi va rafforzato il legame con il mondo della cultura e dei saperi e con tutti i soggetti sociali e politici che – come noi – hanno a cuore l’unità del paese, per ricostruire una dialettica basata sul confronto delle idee, di cui la Costituzione rappresenta la massima espressione di garanzia. Per queste ragioni la CGIL intende promuovere nel 2010 un appello e una raccolta di firme a sostegno della democrazia e della rappresentanza.
Serve una classe politica all’altezza, in Italia, in Europa e su scala internazionale, che possa agevolare alcuni cambiamenti ed imporne altri, ripartendo equamente i costi, nella consapevolezza che ogni mese perso comporterà costi sempre più alti. Rivolgiamo un appello al governo ed alle forze politiche tutte per un impegno concreto su questi temi nella convinzione che è sulle capacità di rispondere a queste sfide che i cittadini, ed in particolare le nuove generazioni, sempre più misureranno i propri rappresentanti. Il vertice di Copenaghen ha fallito il suo obiettivo. Ma la battaglia per salvare il pianeta dal surriscaldamento prosegue ed entra ora in una fase critica. Come CGIL contribuiremo a costruire con ancor più determinazione una mobilitazione ampia che possa portare a decisioni concrete e vincolanti.
In allegati due Ordini del Giorno.