Il Consiglio regionale si appresta ad approvare la manovra estiva e le conseguenze della crisi si fanno sentire: solo 15,84 milioni di euro, a fronte dei 151 del 2008, di cui 1 milione per l’Abruzzo e 14,84 per sostenere i redditi dei lavoratori colpiti dalla crisi. Siamo d’accordo sulla scelta delle priorità, ma restiamo convinti che ci sia un altro fronte su cui intervenire: il sostegno alle famiglie con componenti non autosufficienti. Su questo obiettivo sarebbero disponibili 3,8 dei 5 milioni di euro stanziati sull’incremento regionale della fallimentare social card. I titolari della carta sono infatti soltanto 4.000, contro una previsione iniziale di 25 mila, e peraltro restano ancora in attesa dei 20 euro aggiuntivi annunciati dalla Regione.
Paradossale inoltre che
la Regione abbia lasciato inalterato il contributo sull’abbattimento delle rette in casa di riposo per le persone non autosufficienti: gli importi del beneficio sono fermi al 2006, ovvero 15,60 e 12,48 euro per le polifunzionali, mentre le stesse sono aumentate, in molti casi anche in misura rilevante, già dal 1° gennaio 2009, per circa il 75% dei posti letto, come certificato dalla Regione con la delibera che ha ufficializzato le nuove rette e incrementato di circa 300 posti la disponibilità di posti letto. Piuttosto che aumentare l’offerta di posti sarebbe stato opportuno rafforzare l’intervento sulle rette e affrontare una volta per tutte il discorso della riqualifiacazione delle strutture, come più volte sollecitato dai sindacati. I rincari del triennio 2007-2009, invece, ricadranno sugli anziani, sulle loro famiglie o sui bilanci dei Comuni, e il percorso di riclassificazione è rimandato a data da destinarsi.
Da tempo sollecitiamo anche di dirottare sull’assistenza domiciliare i fondi stanziati sulla social card. Ma
la Regione , invece di prendere atto del flop della misura, si prepara addirittura a discutere un incremento di ulteriori 40 euro, per arrivare a quota 100 euro mensili, come prevede la proposta Blasoni. Senza tornare sui motivi della nostra contrarietà allo strumento – inefficace, costoso dal punto di vista gestionale, complicato nell’iter – ci limitiamo a porre il problema dei tempi: ben che vada, infatti, l’incremento sarà disponibile entro la fine dell’anno, e non retroattivamente. Per l’estensione al 2010, poi, sarà necessario ripetere il faticoso iter definito a livello nazionale.
Le misure decise dalla Regione, come quelle assunte a livello nazionale del Governo, si confermano dunque lontane dalle reali esigenze dei pensionati e dalle richieste del sindacato. Incremento del fondo per l’autonomia possibile e del contributo sulle rette delle case di riposo: queste le priorità che torniamo a indicare al Consiglio regionale e alla Giunta. Li invitiamo a prenderle in seria considerazione e a cessare di insistere su uno strumento come
la Social Card , che ha registrato un clamoroso fiasco, nei numeri e nel funzionamento, di fronte all’opinione pubblica.
Le segreterie regionali Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil