Manovra estiva, più risorse all’assistenza domiciliare e alle case di riposo
Secondo l’Istat, nel 2007, almeno il 6,6% della popolazione della Regione (circa ottomila persone) viveva sotto la soglia di povertà relativa e il 4,1% delle famiglie italiane, con un’incidenza più alta (5,6%) se il capo famiglia è un anziana/o over65, si collocavano sotto la linea di povertà assoluta. E da allora ad oggi, certamente, la situazione è notevolmente peggiorata.
Pensiamo allora che non sia azzardato stimare che, ad oggi, le persone in condizioni di povertà nella Regione – con una densità maggiore tra gli anziani over65 destinatari principali della Social card – siano circa il doppio dei beneficiari della Carta acquisti che riguarda solo circa 4.000 persone che, tra l’altro, finora hanno sentito solo annunci senza vedere un euro in più.
Ciò dimostra, come abbiamo più volte evidenziato, che la Social card non è lo strumento idoneo per rispondere alla povertà in crescita, tant’è vero che nessun Paese europeo l’ha adottato, mentre quasi tutti dispongono di strumenti simili al Reddito di cittadinanza che la Regione attuale si è affrettata ad eliminare, sostituendolo con un mero sussidio di povertà, questo si, puramente assistenziale ed alimentato da pochissime risorse, che non si pone alcun obiettivo di reinserimento lavorativo.
Vogliamo ribadirlo ancora una volta:
· a livello nazionale le risorse vanno destinate ad aumentare le pensioni, adottando un nuovo meccanismo di rivalutazione che le tuteli meglio dall’erosione dell’inflazione e riducendo le tasse sulle pensioni e sui salari;
· a livello regionale le risorse disponibili – già stanziate e non utilizzate per la social card – vanno destinate a sostenere le famiglie in difficoltà, e alle persone non autosufficienti, aumentando la dotazione del Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP), quelle per l’abbattimento delle rette delle case di riposo e quelle destinate ai Comuni per la spesa sociale.
Infatti, qui in FVG, con i 21,8 milioni oggi destinati al FAP per il sostegno delle persone non autosufficienti assistite a domicilio, molti anziani e molte famiglie attenderanno invano una risposta, mentre con i 36 milioni di euro oggi previsti per l’abbattimento delle rette delle case di riposo non ci potrà essere alcun aumento della quota giornaliera di cui si fa carico la Regione – ferma dal 2006, a fronte di aumenti consistenti nella gran parte delle strutture già scattati dal 1° gennaio 2009 – perché sono appena sufficienti a pareggiare i costi del 2008. Conseguentemente, non potrà esserci neanche alcuna significativa estensione ai centri diurni, come da impegni già assunti anche dalla stessa Giunta regionale.
La Giunta regionale è ancora in tempo a rimediare ma, occorre smetterla di insistere su uno strumento costoso dal punto di vista gestionale – quante risorse vanno disperse nei costi di gestione: personale impegnato, pratiche ISEE, circuito MasterCard, ecc. ? – umiliante e vessatorio nei confronti degli anziani che tra pochi mesi dovranno rimettersi in fila per rifare tutto da capo.
Uno strumento che ha dimostrato tutti i suoi limiti e che in FVG ha registrato un fiasco clamoroso con solo circa 4.000 Carte attivate a fronte di 25.000 previste. Meglio, molto meglio che in sede di assestamento del bilancio regionale, tra pochi giorni, si ascoltino le richieste dei Sindacati dei pensionati.
Le segreterie regionali Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil